"Il Carnevale oggi è una festa che non ha più senso, che non è più sentita.
Tant’è che la maggioranza delle persone non sa quando inizi e quando finisca.
Perché da noi, ormai, è carnevale tutto l’anno.
Prima che si affermasse l’attuale modello di sviluppo, basato essenzialmente sull’economia, sul mercato, sul consumo, la società preindustriale europea era impregnata di forti valori, religiosi ma non solo, e aveva quindi regole rigide.
Il Carnevale era un’utile valvola di sfogo per liberare, canalizzandola in un periodo preciso e quindi mantenendola sotto controllo, l’aggressività che c’è in ciascuno di noi e che non deve essere eliminata del tutto perché ha un valore vitale. Tutte le società preindustriali hanno conosciuto istituti analoghi. Fra gli Ashanti, tribù guerriera, era stata ritualizzata una settimana in cui ognuno poteva dire al suo vicino, ma anche al Re, cosa pensava di lui, anche insultandolo e ingiuriandolo senza patire alcuna conseguenza. Passata la settimana tutto rientrava nella normalità. Era il loro Carnevale per canalizzare l’aggressività e mantenere la coesione del gruppo quando l’aggressività non poteva essere scaricata all’esterno, in una guerra. La stessa funzione aveva il carnevale europeo.
Ma nella società del consumismo coatto (”bisogna stimolare in consumi per aiutare la produzione”), del permissivismo obbligatorio, della trasgressione elevata a sistema, che senso può conservare il Carnevale?
Che senso ha il “sabato grasso” se ogni giorno è grasso?
E’ la storia del pollo di quando eravamo bambini. Allora mangiare pollo era un avvenimento, una festa, non può più esserlo oggi che possiamo mangiarlo tutti i giorni. Dice Eraclito “è la privazione che rende piacevole la sazietà”.
E’ il tabù che dà significato alla trasgressione.
Ha senso trasgredire, una tantum, se c’è qualcosa da trasgredire.
Noi abbiamo dimenticato questi principi elementari.
Viviamo in un’orgia permanente, di tutto, di oggetti, di immagini, di parole, di suoni, di stimoli. Siamo, come l’ultima Roma, come la Bisanzio del nostro immaginario, una società in piena decadenza, devitalizzata, debosciata. Priva di valori, che non siano quantitativi e mercantili.
Ecco perché la gioiosa trasgressione del Carnevale non ha più senso."
Massimo Fini
E’ la storia del pollo di quando eravamo bambini. Allora mangiare pollo era un avvenimento, una festa, non può più esserlo oggi che possiamo mangiarlo tutti i giorni. Dice Eraclito “è la privazione che rende piacevole la sazietà”.
E’ il tabù che dà significato alla trasgressione.
Ha senso trasgredire, una tantum, se c’è qualcosa da trasgredire.
Noi abbiamo dimenticato questi principi elementari.
Viviamo in un’orgia permanente, di tutto, di oggetti, di immagini, di parole, di suoni, di stimoli. Siamo, come l’ultima Roma, come la Bisanzio del nostro immaginario, una società in piena decadenza, devitalizzata, debosciata. Priva di valori, che non siano quantitativi e mercantili.
Ecco perché la gioiosa trasgressione del Carnevale non ha più senso."
Massimo Fini
7 commenti:
Non mi sento attratto da tutte queste ricorrenze che, a mio parere, sono solo feste del consumismo, che sia natale, capodanno, carnevale, pasqua, tutto è finalizzato al compera, compera, compera....
che la felicità è all'interno del portafogli.
Ciao
Sileno
Bellissimo post, Pimpinella.
Eraclito aveva ragione:
“è la privazione che rende piacevole la sazietà”.
Noi viviamo tra consumismo, rumori, gioia forzata ...e perdiamo il senso delle cose.
Ciao cara, buona domenica!
Lara
@Sileno: in effetti anch'io se posso diserto certe ricorrenze, oggi mi è un po' più difficile con una bambina da crescere, ma mi accorgo che anche lei per fortuna si fà incantare da certe cose non più di tanto...speriamo abbia preso dalla mamma ;)
@Lara: il post me lo sono fatto fare su ordinazione da Massimo Fini.... a parte gli scherzi...ha proprio ragione quando dice che oggi non c'è più niente da trasgredire...
Buon inizio settimana!
Ciao, si spostano di salutare e anche per invitarvi a passare e vedere il mio blog per vedere se trovi qualcosa che ti piace e se ti piace per lo scambio di link, una sorta dendriti della luce o qualsiasi altra cosa vorrei dire, je.
Cheers e fino a quando la prossima volta.
Saludos desde Argentina, perdon por mi horrible italiano,je.
penso che il carnevale andrebbe rivissuto con lo spirito popolare di una volta, oggi non mi appassiona più di tanto...perché? Semplice é solo un apparire esaltante del consumismo.
Vero Taoista, mi sa che siamo in tanti a pensarla cosi'...
Ciao e grazie :)
Ciao Nokenicus, sono passata dal tuo blog...grazie della visita e salutami l'Argentina...
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