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venerdì 26 marzo 2021

Chissà se funzioni ancora

Sono tornata per caso, dopo tanto tempo.

Un po' mi manca quella leggera spensierietà di una volta, adesso sono solo ricordi sepolti e tutto questo lo devo anche a questo miserabile ed ingenuo blog.

Ringrazio, si fa per dire,  tutto lo "Staff" che mi ha seguito fin dall'inizio, ringrazio che mi ha mostrato la Via Maestra e mi ha messo le catene senza che  io me ne rendessi conto.

Spero di venire fuori da questa prigione prima o poi, e spero di tirare fuori anche la mia famiglia.

Tanti saluti a tutti


giovedì 29 settembre 2016

Come un pesce ...

Sono sempre qui.
Muta come un pesce, mi arrampico sugli specchi facendo finta che tutto sia regolare. Cosa c'è che non ha funzionato?  Dove ... e quante volte ho sbagliato?  Non so più niente di me, confido solamente nelle apparenze e in quello che ancora riesco a percepire: l'istinto.
Credo di agire oramai come un animale, faccio quello che devo fare, in automatico, per il bene del branco. quando sono braccata scappo o mi difendo. Quando ho fame mangio, quando ho sonno dormo, socializzo, rido per dimenticare, non esterno più l'amore per non soffrire, anche se vorrei dannatamente lasciarmi andare. Alla fine della serata, mi domando se tutto questo è normale, e mi interrogo ancora una volta...dove ho sbagliato e dove ancora sto sbagliando?  Ogni tanto lancio tra le righe un piccolo s.o.s., ma non viene interpretato...cosa dovrei fare...dovrei mettermi ad urlare in una piazza, dovrei iniziare a esternare quello che vedo, penso, ascolto? Ma io non lo so fare purtroppo. Non so dove iniziare, non so cosa dire, non sono abituata a disperarmi. NON SO CHIEDERE AIUTO. Questo perché non ho potuto mai permettermi il lusso di farlo,  non so cosa vuol dire lasciare andare tutto, anche se tante volte avrei desiderato farlo più di ogni altra cosa.
Scivolare dentro una inesorabile depressione, dormire, vegetare, spurgare, guarire, resuscitare.
E invece no.  Sono sempre stata attaccata a qualcosa che non era mio, un problema che non era mio, una depressione che non era mia, a una malattia che non era mia. Perché io dovevo essere lì, a fare da eroe crocerossina, per sostenere, appoggiare e calmare le anime smarrite. Dunque mi domando, DOVE HO SBAGLIATO?  Perché mi ritrovo sempre il solito cliché di personalità intorno a me, a cui piace parlare molto, e guarda il caso... ascoltare poco?  Da dove nasce la convinzione di essere migliore di un altro?  Come si fa ad avere sempre la certezza di avere una storia da raccontare migliore di quella  della persona che ti ritrovi davanti - e che magari in quel momento ha un bisogno disperato di comunicazione? Perchè quando si mette un pezzo di cuore in esposizione davanti a tutti, c'è sempre qualcuno che per competizione vuole mettere il suo di pezzo, più grosso, più bello, più rosso, più rumoroso?  E quando hai una storia triste da raccontare, provare per credere: vai col cronometro, lo sguardo dopo un po'si gira dall'altra parte, è una gara di resistenza, dove alla fine mi faccio la scaletta dei buoni, dei cattivi, dei cattivissimi. Poi ci sono anche gli educati, quelli che sono esperti nel far scivolare  l'argomento della conversazione da un'altra parte.
Ma tranquilli, non porto rancore con nessuno. Forse sarà colpa del testosterone un po' bassino.  In ogni modo non ho proprio nessun genere di spazio mentale per potermi permettere pensieri negativi. Quindi...che dire...domani è un altro giorno e si vedrà.   Voi statemi bene, con i vostri post di canini e gattini, i vostri insulti razzisti, i vostri self egocentrici, i vostri pensieri adagiati su un nastro trasportatore riempiti di like vuoti, vuoti come la vostra anima.   Salutatemi il vostro EGO, ditegli da parte mia che magari ogni tanto un po' di riposo non ha mai fatto male a nessuno.
Vi auguro, davvero, questa volta senza ironia,  che un giorno possiate trovare la fonte delle vostre insoddisfazioni e che magari con un po' di coraggio proverete a prendere in mano un pennello iniziando a colorare finalmente la vostra vita dei vostri colori preferiti... Arrivederci...

lunedì 4 luglio 2016

Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di luglio.

Quante volte mi sono domandata quando sarebbe arrivato il mio punto di rottura. Ho sempre pensato di avere una grande capacità di adattamento, ma questi giorni sono piuttosto intensi, e penso davvero di essere arrivata al capo linea.
Tutto converge, anche un anno fa sembrava così, ma purtroppo tutto va sempre così dannatamente a rilento, adesso forse è arrivato il momento giusto. La stato attuale politico, gli eventi che stanno interessando il mondo intero, la vita mia personale e quella di chi mi sta accanto, volti nuovi e volti vecchi che si sono materializzati magicamente in questo ultimo periodo, stiamo andando tutti nella solita direzione, ovvero verso il CAOS più assoluto.  Se da un lato vorrei potermi rallegrare, dall'altro non lo posso fare perché non mi è rimasto neanche lo spazio mentale per farlo. Spero che queste settimane passino veramente veloci, non mi è rimasto altro che pregare per cercare di trattenere quel briciolo di forza e di lucidità mentale per sopportare tutto.  Spero che così sarà anche per voi, stasera non ho molto da dire su di voi, si proprio voi,  ovvero quelli che mi hanno conosciuta e pensano di avere con me un rapporto di amicizia. Stasera è una di quelle sere, che sento troppo tutto, anche la mia antipatia per quelli che in realtà ho già perdonato, ma che vorrei vedermi allontanata da loro almeno per un po'.  Perché diciamolo francamente, sarò stata petulante, stressante, noiosa, monotona, forse non vi ho divertito con le mie battute come facevo un tempo, ma, avrei voluto vedervi voi al posto mio. Anzi, che sciocca!  Tra un po' forse vi ci vedrò proprio!!
E così capirete tutte le mie fissazioni, le mie "fisime", i mie discorsi strani, vi ritornerà tutto in mente, così capirete cosa può significare non avere più una vita propria, non avere più un telefono, un indirizzo mail, un buco per nascondervi, un pensiero segreto, perché qualcuno o qualcosa sarà entrato prepotentemente nella vostra anima senza che voi ve ne siate resi conto.
Non potrà darvi retta neanche il telecomando della vostra televisione.
E questo sarà solamente l'inizio, perché quando vi accorgerete che  la morte comminerà al vostro fianco e a quello dei vostri cari...  andrete letteralmente in delirio, ve lo garantisco!!  
Cercherete disperatamente qualcuno che possa aiutarvi, un esorcista, un dottore, un amico ... ma vi garantisco che nessuno poi alla fine, nonostante le promesse,  potrà fare molto per voi e gli amici, quelli si... spariranno tutti !!  Se sarete fortunati forse qualcuno vi resterà accanto, magari non capirà quello che gli racconterete, ma siccome vi conosce bene e si fida di voi, terrà duro e saprà consolarvi di tanto in tanto con delle buone parole e una pacca sulle spalle.
Ecco quelli saranno i vostri veri amici, quelli che vi avranno ascoltato senza stancarsi mai, quelli che si sono prestati veramente in AZIONI per aiutarvi, quelli che di tanto in tanto hanno alzato la cornetta per domandarvi come ve la stavate cavando...tutto il resto...beh, potete tranquillamente farne a meno, ringraziateli per aver percorso con loro un tratto insieme della vostra vita e arrivederci e grazie.
Bene, adesso vi farete un bell'esame di coscienza e così automaticamente saprete cosa penso di voi.
Mi dispiacerà sicuramente se da un certo punto in poi della vostra vita inizierete a rimpiangere quei momenti che vi annoiavate, o vi lamentavate perché vi disturbava la cervicale,  Però vi assicuro che lottare per portare in salvo la propria vita e quella dei tuoi cari è sicuramente più energico e frizzante.
Così proverete anche voi cosa hanno provato i nostri nonni in tempo di guerra, imparerete a non programmare più niente, a vivere letteralmente alla giornata, inizierete a pensare se il prossimo Natale lo passerete oppure no con i vostri cari. Inizierete a scrivere lettere e testamenti ai vostri figli, e imparerete a non arrabbiarvi più per le stronzate.
Mi dispiace che sia andata così, io ancora non so se salverò le mie  penne oppure no, ho ancora molta strada da fare per poter lasciare il mio testimone a qualcuno, sono stanca ma sento che i tempi si stanno accorciando e mi tengo pronta per lo scatto finale.
A voi comunque, sarà sempre andata meglio che a me, nonostante tutto. La tempesta oramai è vicina, il mio istinto mi dice che ci saranno a breve nuovi eventi, ma in qualche modo quello che ho seminato in questi lunghi e interminabili anni forse potrà essere di aiuto per qualcuno.
Lo spero vivamente.

martedì 9 giugno 2015

Delicatamente, tra le righe.

Mi sono alzata dal letto perché credevo di aver voglia di scrivere, poi sono arrivata davanti a questo schermo ed ho perso di nuovo le parole.
Difatti quelle che vorrebbero uscire fuori, ma non trovano mai la strada, non sono parole, ma immagini, un'accozzaglia di sensazioni, di colori, di intenzioni, di speranze e anche di delusioni.
E allora ho deciso che scriverò quello che sento e che non riesco a comunicare.
Di certo come faccio a comunicare dopo esser stata messa a tacere con la forza per così tanto tempo.
E i pensieri non sono più quelli di quasi quattro anni fa, per sopravvivere ho dovuto farmi piccola, rassegnarmi ingoiando ogni emozione che nasceva di fronte ad ogni nuovo evento.
Ho dovuto imparare a tacere di fronte ad una guerra, come si fa a salvarsi nel silenzio ancora non l'ho capito, ma questo era l'unico tentativo per vedere di arrivare in fondo in qualche modo, per poter salvare anche gli altri. Adesso mi sembra di aver scalato una montagna, ho la sensazione di essere quasi in vetta. Il vento mi soffia freddo in faccia, il corpo non risponde quasi più ai miei comandi, ma sono qui in alto, e vedo tutto sotto di me e non penso proprio più a niente, solamente a godermi il paesaggio.
Ho lasciato tutto dietro di me, ho fatto quello che potevo, forse potevo dare di più ma la stanchezza ha fatto molto la sua parte anche se nessuno se ne è accorto poi alla fine. Mi preoccupa il ritorno, non so come farò ad organizzarmi per la discesa, mi consola il fatto che forse qualcuno inizierà a capire quello che è successo, ma gli amici son rimasti veramente in pochi, la selezione si può dire che è stata "naturale", forse è un bene adesso aver riconosciuto chi ha osato credere nella mia persona, perché ci credeva anche prima e non ha cercato di cambiarmi, semmai ha cercato di farmi sorridere quando c'era la possibilità. Di certo non avrò tempo per i giudizi, li lascerò agli altri, come ho sempre fatto del resto. Desidero un futuro fatto di persone che non cercheranno in me solamente la convenienza, non porterò rancore per le vecchie conoscenze, è logico che con molta probabilità le strade si divideranno, ma ho voglia di trasparenza, di occhiate di quelle che ci si capisce al volo con poche parole, di gente sveglia che sa anche ascoltare i silenzi, che sa riconoscere un tramonto genuino da uno farlocco.
Rattristata per i dispiaceri che con molta probabilità arriveranno, ma anche rassegnata, perché nessuno ha accettato di ascoltare l'ovvio, potevamo insieme forse tutelarci un po' di più, ho cercato di farlo capire, delicatamente, tra le righe, ma ho sempre trovato sbarramenti ovunque andassi.
Spero di poter raccontare un giorno  la mia storia, anche se sono molto scettica sulle mie potenzialità narrative e sopratutto sulla mia memoria, in ogni modo ci proverò, solamente per un atto di giustizia che devo nei confronti della mia famiglia. Non vorrei essere nei panni di diverse persone, sopratutto quelle che in tutti questi decenni si sono spesso ubriacate nei giudizi facili e nei commenti da due soldi e due lire.  No grazie,  non voglio neanche esserci, quando tutti questi individui, saranno messi di fronte all'evidenza dei vari avvenimenti che hanno danneggiato tante famiglie, e tra di queste direi anche la mia. Forse qualcuno è rimasto ancora fuori li ad aspettare il Giudizio Finale?  Pensava magari che fosse solamente un racconto e di essere esente dalle grandi prove, che la lista dei buoni e dei cattivi fosse solamente una balla?  Il Gudizio Finale è adesso, è la vita che stiamo vivendo, e la sottile differenza che ci renderà buoni e cattivi sarà proprio tra quelli che avranno scelto le loro comodità, quelli che invece si sono arresi e hanno preso le varie scorciatoie, e quelli che infine nonostante tutto avranno continuato a combattere per pretendere un mondo migliore.
Amen.

giovedì 7 maggio 2015

Ancora un po'.

Ancora un po' .
Ci riprovo, inutile dire che sono stanca e non so cosa scrivere ma ci riprovo.
Del resto si prova a lasciare una traccia, per adesso non la leggerà nessuno, magari più in qua, chissà.

Del resto ho passato periodi emotivamente molto più pesanti di questo, purtroppo ci si abitua a tutto, anche alla presenza oscura di un finale poco piacevole.  Spesso penso a questa casa senza la mia presenza, ad i vestiti che lascerei, ai miei libri, a tutto quel caos di appunti che ho dentro il mio armadio.

Ho pregato, prego sempre, ed ho chiesto semplicemente di avere la possibilità di vedere mia figlia ancora per un po', di vederla diventare adulta, anche se per noi genitori i figli forse li vediamo adulti non prima dei quarant'anni. Poi mi sono detta, che  le  mie richieste ovviamente sarebbero contate quanto il due di picche, in ogni modo non posso dire di non averci provato.

Tutte le sere prima di addormentarmi dico dentro la mia testa il Padre Nostro.
A  prescindere che  ultimamente ho perso il concetto di Padre Nostro, semmai ne avessi avuto uno, adesso proprio mi sto rendendo conto che recito un qualcosa che non so minimamente a chi lo sto recitando... in ogni modo credo sempre nelle buone intenzioni e in una sorta di giustizia "divina" e quando recito "sia fatta la tua volontà", mi rendo conto che i miei desideri contano fino ad un certo punto.
Ad ogni modo, io spero che nella volontà di chi mi ascolta, ci sia anche la voglia di farmi vedere come finirà questa storia e di poterla anche eventualmente  raccontare ai posteri.
O si affoga o si impara a nuotare, come dice un vecchio detto, e visto che sono arrivata fino a qui rasentando ogni mio limite di sopravvivenza, ecco, vorrei proprio andare avanti per vedere con i miei occhi il finale di questa storia.
Perché me lo merito !

lunedì 30 giugno 2014

Tempo di raccolta

Sento che sta per accadere qualcosa.
Fuori c'è un temporale, una volta adoravo i temporali, adesso ne ho quasi paura. Non so perché sono passata di qui, sono stanca, ho la testa confusa e sono decisamente di malumore. Domani é lunedì, sento di avere davanti a me una settimana decisamente impegnativa, ma avverto anche di non avere piú la capacità di recuperare le mie forze fisiche e mentali.
Il fatto è che sono sola, e mentre il mondo va in malora, mi ritrovo per l'ennesima volta sprofondata nelle sabbie mobili, piú che mi agito e più che vado a fondo.
Vedere i segni di questa rivoluzione silente sulla carne dei miei familiari, non mi aiuta.
Segni di offuscamento, di lucidità mentale lasciata chissà in quale cassetto, intolleranza, arroganza,sgomento e rabbia, questi sono i sintomi più innocui di questo "morbo" che ci sta attanagliando uno alla volta. Poi a qualcuno va anche peggio, e riesce a trovare la sua pace assoluta solamente nei pressi di un binario ferroviario.
Anche ieri un altro uomo ha deciso di farla finita così.
Poi ci sono anche quelli che si ammazzano tra di se, e anche se sarebbe tutta un'altra storia, la causa di tutta questa follia, è sempre la solita.
Ed io sono qui, nella parte del burattino. Stanca di aver tirato già troppe giacchette, di certo insistere adesso non ha più senso.
Fino a che non avró una prova tangibile e indiscutibile, le mie richieste, oramai é chiaro che non potranno essere accolte.
Rassegnata, quindi aspetterò ancora un po', magari il tempo per riprendere una boccata di ossigeno in questa lunga e profonda apnea.
Quel che basta per prepararmi un discorso intelligente. Poi al resto ci penseranno i burattinai, ovvero quelli che a piene mani e con tutti mezzi possibili, hanno volutamente seminato il caos in ogni angolo remoto della terra.
Adeso prepariamoci che il tempo di raccolta sta per arrivare.

martedì 17 giugno 2014

Miliardesima prova.

Cara magistratura, caro Alfano, cari tutti quanti siete.
Se per caso passate da questa parte, pensate a me come ad una donna di quasi cinquant'anni oramai disillusa. Come quando siamo stati abbandonate dall'uomo della propria vita, all'inizio dopo lo scotto, si cercano sempre mille scusanti. Poi col tempo ci si rende conto di essere state accantonate per sempre e si impara a vivere senza. In questo momento ho imparato che del vostro genere di giustizia si può anche fare a meno, in qualche modo si sopravvive, certo non era la vita che avevo sognato, ma a dire il vero io la vita non me la sono mai sognata perché ho trascorso gran parte del mio tempo a combattere contro i miei mostri. Adesso prendete pure tutto il tempo che vi occorre, tanto questo post non lo leggerete mai. Passavo di qui, provavo semplicemente a scrivere qualcosa, per vedere l'effetto che fa, 
s c r i v e r e  q u a l c o s a  s o l o   p e r  m e   s t e s s a
toc toc... c'è nessuno?
Ci sono io e l'hacker , il mio compagno invisibile, io e lui, lui ed io, 
sempre insieme come i fratelli siamesi, 
indivisibile.

Basta, sono stanca, anche di scrivere.

martedì 22 aprile 2014

Elettricità

E' inutile aspettare le parole giuste per scrivere qualcosa che abbia un senso. 
L'illusione della mia esistenza passata è terminata già da tempo, e ancora non mi è stata data la possibilità di guardare con ottimismo la mia esistenza futura, se mai ce ne sarà una.
Penso solamente al presente, a tutti quelli che stanno vivendo con me questo momento importante della nostra storia, a quelli inconsapevoli, a quelli che fanno finta di niente perché sono dei codardi, a quelli che  fanno finta di niente perché, consapevoli, stanno portando avanti la loro battaglia in silenzio.
Ancora non so chi sono e cosa questa elettricità nell'aria mi ha fatto diventare, conosco solamente quello che non voglio essere e il mio obiettivo finale è quello di  fare di tutto per non essere ingoiata da questo morbo invisibile.
Da quale parte stare, in questa guerra di fantasmi, ancora non l'ho capito, credo di voler solamente stare dalla parte della verità.

Per il resto fate voi, come sempre.


lunedì 16 dicembre 2013

L'ottimismo è il profumo della vita.

Non è più una novità, ma io insisto, rompo le balle a tutti, anzi diciamo che rompevo, perché con quelli che mi conoscono mi sono arresa, qui mi sento "a casa mia".
Ufficialmente in pochi qui mi conoscono nel reale, e tra quei pochi non credo sia rimasto qualcuno che sia stimolato dalla voglia di andare a  vedere cosa combino.
Forse  qualcuno resiste, magari se si è sparsa la notizia che ho perso la testa, per fare un po' di gossip, ovvio, non per sapere come sto e con la manina alzare la cornetta del telefono, accertandosi che non sono poi così tanto grave come sembra.
Comunque sappiatelo, scrivo sul mio blog, una volta questo aveva l'indirizzo tracceindelebili.blogspot.com,
poi, l'estensione finale  è cambiata in "punto.it", il com se ne è andato, sarà forse perché  anche a Google piace il made in Italy.  
Poi ho capito che il punto.it è solamente una specie di filtro, visto che i commenti che ricevo sono sul punto.com, che non è sparito, voi dall'esterno lo potete vedere, io no.

Ora, per riallacciarmi a tutto quello che mi sta succedendo da oltre due anni e mezzo, ditemi se questo è normale, sono chiusa in una gabbia, vi vedo, voi vedete me, e chissà com'è  moderata la censura, è poco probabile che tutto quello che ho scritto sia stato postato regolarmente.
Già la censura, perché se ancora non ci siete arrivati, la rete Italiana, per quanto mi riguarda è censurata da un bel po'.
Ammesso e concesso che questo mio post arrivi a destinazione sul punto.com, e non rimanga nel limbo, sospeso, a mezz'aria, perché i tempi ancora non sono maturi, ci tenevo a ri-dirvelo, a rinfrescarvi le idee, e se non vi siete ancora accorti di niente, meglio per voi.
Sappiate che i tempi però stanno per cambiare per tutti, anche per quelli più ottusi, quelli che quando parlo, cambiano discorso, e riducchiano alle mie spalle. 

Zappatelo ancora per un po' il vostro orticello, continuate a cullarvi nelle vostre illusioni, perché come diceva un vecchio slogan "L'ottimismo è il profumo della vita".
Tra poco si riderà tutti a denti stretti, con la differenza che io già ci sono abituata, voi purtroppo no.




giovedì 12 dicembre 2013

L'antirabbica fatela ai padroni (dei cani)

Berlusconi, Monti, adesso anche Obama.
La mia storia contro i padroni dei cani, è iniziata circa una quindicina di anni fa.
Ricordo di una calda estate e di due padroni insoddisfatti, marito e moglie, che per non far bruciare le zampette ai loro cani durante la passeggiata pomeridiana, se li portavano in collo tutto il giorno, a giro per la città.

Quello che mi rimase allora in mente, non era tanto il gesto di per se, ma il fatto che queste persone, ce l'avessero col mondo intero, mentre per i loro cani, nutrivano uno sviscerato e morboso amore.

Adesso il MORBO è dilagato, se non hai un cane, le persone ti guardano come se fossi un alieno.
Magari non arrivano a comprendere che il cane non ce l'hai, semplicemente per il fatto che ti sembra deprimente farlo vivere in un appartamento. 
Per una questione, anche, se vuoi, di rispetto.
Perché un cane è un cane, non un bambino, e deve continuare a fare le cose da cane.


"Gli manca solamente la parola"
Certo, come no.
E' una fortuna per il cane, perché se fosse un cristiano, non avrebbe certamente tanti trattamenti di riguardo.
Con le persone ci si deve relazionare, confrontare, a volte anche mettere da parte.
Con i cani, che purtroppo la parola non hanno, ci si cala nel ruolo di Padrone Onnipotente, visto che hai sempre qualcuno ai tuoi piedi che ti adora, anche in cambio di niente.


Troppo facile, caro padrone mio.

Il cane, poveretto, è troppo buono, è come un bambino sempre in cerca di affetto, non sa riconoscere l'egoismo che si cela a volte dietro quella carezza, spesso si accontenta senza saperlo,  guai a toccargli il padrone.
Egoismo, individualismo, chiamalo come vuoi, il fatto è, che spesso i padroni di cani affetti da questo strano MORBO, sono al centro del loro mondo, diffidenti verso il prossimo (almeno che non sia un cane, ovviamente), insoddisfatti, a volte anche rabbiosi.
Bisognerebbe creare una nuova figura sociale, l'assistente sociale per i cani, istituire le relative domande di adozione,  e solamente quando si è dimostrato di avere buoni rapporti in famiglia, col vicinato, con i colleghi di lavoro, insomma, col mondo intero, allora si può procedere con l'adozione vera e propria di un cane.
"Gli manca solamente la parola"
Peccato, altrimenti potevamo organizzarci anche per una specie di  "Telefono azzurro" !

martedì 10 dicembre 2013

Bla bla bla ...

Tra un po' inizierò il solito rituale che mi accompagna prima di andare a dormire.
Consapevole del fatto che anche nel mio letto troverò il modo di ispirare la noia e il tormento a non darmi tregua, vado tra le mie lenzuola, a cercare la giusta via, visto che nel mondo degli "svegli, non riesco a trovarla.
Almeno tra i miei sogni, forse mi sentirò meno impotente.

venerdì 18 ottobre 2013

Fanculo

Oggi mi va di essere sboccata.
Ho poco tempo per scrivere, ma sento uno smisurato senso di lasciare qui un'ennesima traccia di me e di quello che mi sta ruotando intorno.
Non mi interessa se poi, questo mio post, lo leggerà qualcuno. 
Credo fermamente che fino a che il mio punto. it non tornerà ad essere un punto.com, se mai ci tornerà, pochi potranno leggere quanto sto scrivendo ultimamente.
A parte chi mi ha messo in questo casino qui, ovvio.
Probabilmente, a fine vicenda, a fine rivoluzione, a fine quel che volete, riesumeranno le mie parole, e qualcuno dirà "Hai visto poverina cosa aveva scritto allora!!"
Bene, sappiate fin da subito che se passate di qui in ritardo, nel medesimo momento in cui leggerete quello che un dì, ovvero oggi, avevo scritto, non mi interesserà assolutamente sentire il vostro "poverina".
Anzi, guardate bene a come vi esprimerete.
I commenti del dopo, a cose avvenute non servono proprio a niente.
Il fatto è che mi avete lasciato sola, chi lo ha fatto di proposito e chi lo sta facendo per libera scelta.

Certo, rispetto la vostra libera scelta di cacarvi sotto dalla paura, perché in fondo di questo si tratta, ma vi prego, se non mi avete cercato fino ad'ora, non lo fate neanche dopo, perché sarò io in quel momento ad ignorarvi.
Non c'è peggio cosa di un branco di pecore che si emozionano sempre a fatto avvenuto.
Visto che eravate troppo impegnati ad occuparvi del vostro orticello, prego, tornate da dove siete venuti e lasciatemi sola con me stessa.
Le emozioni cari miei, sono la vera malattia dei nostri tempi, con le emozioni ci hanno preso nel sacco, con le emozioni hanno artefatto gli avvenimenti del nostro paese. E mentre con una mano sul cuore guardavate la televisione ed eravate troppo occupati a vedere programmi demenziali e a riempirvi la vita di cose effimere, c'è chi organizzava il teatrino per nascondervi cose assai più importanti.
E allora vi domanderete "cavolo, ma dove eravamo, a cosa stavamo pensando?!"
Signori miei, la cronologia dei nostri tempi è stata gestita ad arte solamente con tante chiacchere, puro sentimentalismo di scarso livello, basato sull'enfasi delle nostre emozioni.
 
Marketing all'ennesima potenza.
Non incidono più i fatti, gli avvenimenti, quello che resta alla fine sono solamente le opinioni, sono questi ultime che hanno fatto e faranno la storia.
Opinioni tra l'altro, manipolate da chissà quale burattinaio.
Fanculo.

mercoledì 2 ottobre 2013

Come da copione

Qualcuno ha detto che la vita è un palcoscenico, niente è  più vero di questa frase. In effetti se fossi sempre coerente con  me stessa, una delle prime cosa che farei, sarebbe quella di liberarmi per sempre dalla schiavitù della tinta per coprire i capelli bianchi, iniziando a dare respiro ai capelli sale e pepe.
La seconda, limitare il  mio armadio a solamente tre vestiti per stagione, tutti uguali, di colore bianco.
Sai che liberazione,  forse sarei la brutta copia di Tiziano Terzani, ma vuoi mettere, niente più  pensieri della serie “oddio cosa mi metto”,  semplificherei così anche i lavaggi in lavatrice.  Ma poiché ancora non sono libera del tutto di essere me stessa, il relazionarsi con gli altri a volte comporta anche a dover scendere a dei compromessi, ho deciso quindi che per il momento cavalcherò l’onda e farò  l’attrice. Si l’attrice, quella che recita e lo fa anche bene s’intende. 


“Come va?” “Bene,grazie!”
“Che fai di bello ultimamente?” “Le solite cose, grazie. Alti e bassi come sempre…”
E’ così che in fondo la gente ti vuole, no?
Ogni tanto mi piace soffermarmi  davanti allo specchio, mi guardo, penso che tutto sommato non starei così male con i capelli sale e pepe. 
Forse sarà questa fase della mia vita che mi porta a riscoprire l’essenziale. Citazione poco felice, mi ricorda il vincitore di San Remo 2013, ma il ticchettio della tastiera la pretende. Ecco, adesso mi verrebbe in mente una vecchia canzone di Raf, ma meglio finirla qui.
Ho ridotto tutto ai minimi termini, il tutto per poter arrivare in fondo a questo particolare capitolo della mia vita. Niente più tacchi, niente gioielli, niente di niente. Solamente un po’ di profumo sul collo e sui polsi, a quello ancora ci tengo. Ultimamente, per la gioia di mio marito, ho fatto uno sforzo di non poco conto,  sono riuscita a resuscitare qualche gonna lunga. Chissà  quando  arriverò in fondo a questa storia, se tornerò ad essere quella di una volta. Non penso, credo proprio di sapere  già la risposta.

Ridere quello no, nei momenti giusti lo so fare ancora, e bene. 
Alla faccia di chi mi vuole male.
Hai una storia brutta da raccontare, e con questo?
Ma chi vuoi che ti stai ad ascoltare, la gente ha da lavorare, c’è la crisi.
Se hai un problema, chi è che non ha problema di questi tempi.
E poi basta sapersi rialzare, tirare su la testa,  guardare avanti,  non pensare al passato e nemmeno al  futuro, basta vivere solamente  il presente.
Ah ecco, grazie.
Questo passaggio, lo avevo dimenticato.

Farò ancora l'ennesimo sforzo. 
Cercherò il vuoto con la meditazione interiore, mi cullerò di training autogeno, e trascorrerò il  tempo libero invece che sul divano, nella posizione del Loto sul tappeto.

E quando 
 sentirò l'ennesima sirena dell' ambulanza, passare nelle vicinanze di  casa mia, farò finta di niente.


martedì 24 settembre 2013

Ideale indefinito della mia fede

Altari
conoscenza prestata,
popolo
che indossate cravatte di lino
perfettamente cucite al collo.

Sciami di mosche si affettano,
involano
si spingono
incontrando la casa divina.
Se non fosse per la mia umiltà
cercherei di afferrare il primo posto
davanti a voi
aprendo il sigillo della credenza
umiliandovi.

Non intappolerete la mia fede
come gondole in vicoli chiusi,
lodate Dio,
io sarò come Primo Levi
davanti alle vostre false preghiere.

Helmut Morganti

martedì 17 settembre 2013

La grande pagliacciata dei blog.

La verità è che questo blog non lo legge nessuno e non perché non sono brava con l'indicizzazione.
E' tutta una bella illusione, chissà da quanto. 


Sono stanca e non ha senso neanche provare a scrivere qualcosa. 

Consiglio spassionato, per chi disgraziatamente passerà da queste parti. 

Chiunque decidesse di aprire un blog, ci pensi bene, non due volte, ma mille volte. 

Se non volete che la vostra vita passi in completa revisione sotto gli occhi di "non so chi", anche per scrivere le vostre poesie, i vostri pensieri banali, prendete il vecchio caro diario di carta di una volta, sceglietevi la penna che vi sta più a cuore e scappate da questo posto infernale. 

venerdì 6 settembre 2013

Balia dell'onde ...

Che senso ha scrivere ancora in questo blog...
quando ancora la mia identità "digitale" è ancora in balia dell'onde ?
Va benissimo scrivere sapendo che non mi leggerà quasi nessuno tranne che i miei hackers.
In fondo mi è sempre piaciuto scrivere, ed ho sempre scritto per me stessa.
La paura vera é quella di ritrovarsi magari, un giorno, senza blog.
Poi sai com'é ... io mi affeziono a tutto ... anche a quelle misere parole che mi sono uscite dalla testa in un momento di ispirazione divina.
In fondo se ci penso bene, in realtà, avrei bisogno di dire tante cose, di comunicare col mondo, ma non so da che parte iniziare.
Forse un po' mi vergogno.
Da due anni a questa parte, sono successe tante cose, troppe, in verità non molto belle, da non augurare a nessuno.
Ma attraverso di queste, io, adesso, vedo un mondo nuovo.
Non ho capito se bello, per il momento anche no, comunque nuovo di sicuro.
E qualcosa mi sta dicendo, che tra non molto anche le altre persone vedranno il mondo come lo sto vedendo ora io.

lunedì 1 luglio 2013

La morte non è niente.



La morte non è niente. 
Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. 
Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? 
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. 
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Henry Scott Holland

domenica 2 dicembre 2012

Ogi più di ieri, e molto meno di domani - Rosemonde Gérard Rostang

L'ETERNA CANZONE
Rosemonde Gérard Rostang


Quando sarai vecchio e sarò vecchia anch'io,
quando i miei biondi capelli saranno bianchi,
nel mese di maggio, nel giardino... al sole,
scalderemo le nostre vecchie membra tremolanti.


Così i nostri cuori ringiovaniranno... festosi...
e ci sentiremo allora... ancora giovani amanti,
ed io ti sorriderò muovendo tutta la testa,
e saremo un'adorabile coppia di vecchietti.
Ci guarderemo, seduti sotto il pergolato,
con occhi piccoli teneri e brillanti.

Quando sarai vecchio e e sarò vecchia anch'io,
quando i miei capelli biondi capelli saranno bianchi.


foto web
Sulla nostra solita panchina, tutta di schiuma verde
su quella panchina d'un tempo torneremo a chiacchierare;
avremo una gioia tenera e dolce,
terminando spesso la frase con un bacio.
Quante volte ho potuto dire un tempo..."Ti amo"?
Allora con affetto ce lo racconteremo. 


Ci ricorderemo di mille cose,
anche di cose da nulla ma deliziose,
tra le quali ci perderemo.

Un raggio, tutto rosa, scenderà come una dolce carezza,
tra i nostri capelli bianchi, per adagiarvisi,
quando, sulla nostra vecchia panchina di schiuma verde,
su quella panchina d'una volta torneremo a chiacchierare;
e come ogni giorno, ti amo di più
oggi più di ieri e meno di domani
che importanza avranno le rughe,
se il profumo delle rose sarà sempre lo stesso?

Ad ogni primavera i sogni s'accumuleranno nei nostri cuori...
I miei ricordi saranno i tuoi ricordi...
Questi ricordi comuni ci uniscono sempre di più...
e senza fine tra noi si tessono nuovi legami;
è vero saremo vecchi, molto vecchi, deboli per l'età...
ma più forte ogni giorno ti stringerò la mano
perché, vedi, ogni giorno t'amo di più
oggi più di ieri e meno di domani! 

Di questo caro amore vissuto come un sogno
voglio conservare tutto nel profondo del mio cuore,
e trattenere, se si può, anche la più rapida emozione,
per riassaporarla poi con più calma.
Io raccolgo tutto quel che vien da lui, come fa un avaro,
conservandolo con passione per i giorni più lontani.

Io sarò ricca allora d'una ricchezza rara,
perché avrò conservato tutto l'oro del mio giovane amore,
cosicché di questo vissuto di felicità che va a finire
il mio ricordo mi restituirà poi la dolcezza;
perché di questo caro amore che passa come un sogno
ho conservato tutto nel profondo del mio cuore.

Quando sarai vecchio e sarò vecchia anch'io,
quando i miei biondi capelli saranno bianchi,
nel mese di maggio, nel giardino... al sole,
scalderemo le nostre vecchie membra tremolanti.

Così i nostri cuori ringiovaniranno... festosi...
e crederemo ancora di rivivere i giorni felici del passato,
ed io ti sorriderò muovendo tutta la testa,
e tu mi mi parlerai d'amor con voce tremula.
Ci guarderemo, seduti sotto il pergolato,
con occhi pieni di lacrime dei nostri vent'anni.

Quando sarai vecchio e sarò vecchia anch'io,
quando i miei capelli biondi capelli saranno bianchi!

Traduzione Tony Kospan

giovedì 5 luglio 2012

Ma il partner va nell'indifferenziato ?


In risposta al post di Nicole.
http://ladonnaconlafinestrasulmare.blogspot.it/2012/07/smossa.html

Cara Nicole, noi ci conosciamo già da tempo.
La domanda che ti ho fatto, chiedendoti se hai figli, era provocatoria, lo so che non li hai. Non per irrritarti, non per fare una considerazione personale sulla tua persona, non è un deprezzamento non avere figli. 
Tempo fa, se ti ricordi in un commento ti avevo scritto che l'importante è che una persona sia "albero". 
Non importa quali saranno i suoi frutti, l'importante è dare vita, generare qualcosa di nuovo. 
Si può essere madri in mille maniere.
Però ti faccio un esempio un po' stupido ma pratico che renda bene l'idea.
Se un tuo amico ti racconta che soffre per un tumore al cervello, potrai provare tutti i sentimenti di questo mondo, ma non potrai mai capire il malessere psico-fisico di questa persona. Potrai stare male per lui, ma non sei lui, e questo è un dato di fatto.
Se parliamo di figli, quelli in carne ed ossa per intenderci, non credo che chi non ha portato in grembo un figlio, lo ha partorito e lo ha visto crescere possa capire di che cosa stiamo parlando. 
E' matematicamente impossibile. 
Non è detto che una donna con i figli sia meglio di una che non ha figli, è solo semplicemente diversa. E automaticamente non credo che arrivi a comprendere cosa è disposta a fare una donna per il proprio figlio.
Certo che si potrebbe parlare all'infinito di madri che mettono al mondo figli solo per il il lor piacere personale, per un amore che definirei "egoistico", ma questo è un altro capitolo.


La separazione dei genitori, ai figli non è mai piaciuta e giriamola come ci pare, sempre un trauma è.
Esistono coppie di cattivi mariti e moglie, ma di bravissimi genitori, come l'esatto contrario. Non dimentichiamoci che il genitore perfetto non esiste, e anche questo è un altro dato di fatto.
Esistono coppie che si amano pur litigando continuamente, perché quello, è il loro modo di interagire "normalmente", un loro linguaggio, discutibile quanto vuoi, ma anche qui valenti psichiatri potrebbero dire la sua e confermare quanto scritto sopra.
Esistono pure coppie che non si amano più e si cornificano a "tutta anda", senza farsi nessun scrupolo di coscienza, riempiendosi  di sorrisi, coccoline, regalini, spesso ogni volta dietro un senso di colpa.
Non dobbiamo nasconderci dietro i figli, certo che no, ma si fa di tutto per salvare il salvabile, perché purtroppo siamo nell'epoca  dello "sfanculamento" facile, come lo hai definito tu.  
Direi che siamo in piena epoca "schettiniana" del "vabbuò", si scappa di fronte ad un pericolo, si lascia l'altro nella "cacca" e chi se frega se la nave va a fondo.
Nessuno ha più voglia di durare fatica, ci si innamora e dopo un po', perchè il "cuore non vibra più come una volta", ci si lascia perché bisogna  cavalcare l'onda, dobbiamo provare il brivido, l'adrenalina  a tutti costi,  chi se ne frega, la vita è mia e la gestisco io.  

Viviamo nell'epoca di quell'odioso di Raffaele Morelli, con il suo slang "ama non pensare" e sopratutto "non siamo nati per soffrire".
Il partner ti tradisce? Ci si ostina a non accettare che l'uomo purtroppo non è di natura monogamo. 
Ci hanno insegnato dalle suore che certe cose non si fanno ! (fino a quando non capita a noi, si intende).
Gesummio, si lascia subito, il giocattolo si è rotto, non si ripara, niente riciclo, niente "green economy", si butta nell'indifferenziato e via.

Non a tutti capita  di disinnamorarsi e ri-innamorarsi, per il semplice motivo che la maggior parte molla prima che ciò avvenga. Conosco donne  -ma anche uomini - che convivono una vita con il loro compagno, questo " miracolo"a loro è successo anche più di una volta. Per il  il pregio di avere avuto pazienza, sono riuscite a far sbollire momenti critici, di crisi, di odio addirittura. Hanno saputo credere in un qualcosa perso e poi ritrovato, e  non per magia ma perché hanno  avuto le palle per tirare avanti.

Giusto, spesso è meglio una civile separazione, d'accordissima con Nicole, per il semplice motivo che certe cose le ho vissute sulla mia pelle anche se non direttamente. Proprio per questo ho ben chiaro per quanto riguarda me, quello che non voglio.


Ho un modestissimo parere, che prima di cambiare strada, una coppia dovrebbe fare un'indagine approfondita, un percorso per imparare a RINNOVARSI, cosa non semplice, ma questo è il trucco delle coppie che riescono a sopravvivere ai cambiamenti individuali, inevitabili.
Il problema sta proprio li, quando per qualche motivo non si cambia insieme.
Se il partner chiamiamolo più "evoluto", non ha la pazienza di aspettare l'altro che è rimasto indietro, è evidente che la coppia "scoppia".
Rinnovamento, pazienza, resilienza, ecco le parole magiche. Una bella strada in salita, peccato che di questi tempi durare fatica non piace più a nessuno, non va più di moda. Siamo portati a pensare al bene come bene -individuale- e non più di coppia. Molti si arrendono, scappano perché hanno una prospettiva diversa pensata unicamente al proprio io. 
Forse sono semplicemente colpevoli di aver pensato, quando hanno intrapreso un rapporto di lunga durata, che tutto sarebbe stato bello e che bastava amarsi e il resto sarebbe venuto da se, senza durare fatica.
Si potrebbe anche dire, che i codardi alla fine, sono quelli che scappano, perché per portare avanti un matrimonio, ci vuole coraggio. 
Questione di prospettive, quindi.