Pagine

venerdì 18 giugno 2010

La parabola della Bianchezza

[...] Immagina di essere in una stanza bianca,

con le pareti bianche, il pavimento bianco,

il soffitto bianco, e niente angoli.

Immagina di essere sospeso in questo spazio bianco da una forza invisibile.

Sei appeso lì, per aria.

Non puoi toccare nulla, non puoi udire nulla,

tutto ciò che vedi è bianco...

Quanto credi di poter «resistere» nella tua esperienza?

"Non molto a lungo... Esisterei, ma non potrei conoscere nulla su me stesso.

Molto presto impazzirei."

Esatto. Lasceresti la tua mente, in modo letterale.

La mente è quella parte di te che ha il compito di ricavare un senso da tutti i dati che riceve

e senza dati in arrivo non ha nulla da fare.

Ora, nel momento in cui vai «fuori di testa», cessi di esistere nella tua esperienza.

Ovvero, cessi di sapere qualunque cosa specifica su te stesso.

Sei piccolo?

Sei grande?

Non puoi saperlo,

perché non c'è nulla al di fuori di te con cui compararti.

Sei buono?

Sei malvagio?

Non puoi saperlo.

Non puoi neppure sapere se sei davvero lì,

perché non hai punti ci riferimento.

Puoi concettualizzare, certo, ma non puoi sperimentare nulla.

Poi accade qualcosa che cambia tutto...

Appare un puntino sulla parete,

come se qualcuno lo avesse disegnato con una penna stilografica.

Nessuno sa realmente come ha fatto quel punto ad arrivare lì,

ma non ha importanza, perché è ciò che ti ha salvato...

Ora ci sei tu, e c'è il Punto Sulla Parete.

Improvvisamente puoi di nuovo prendere delle decisioni,

puoi di nuovo fare delle esperienze.

Il punto è lì, e ciò significa che tu devi essere qui.

Il punto è più piccolo di te, quindi tu sei più grande di lui.

Puoi cominciare di nuovo a definirti, in rapporto al Punto Sulla Parete.

Il tuo rapporto con il punto diventa sacro, perché è stato lui a restituirti un senso di te stesso...

Ora nella stanza arriva un gattino.

Tu non sai chi sta provocando questi eventi,

ma sei contento, perché ora puoi prendere altre decisioni.

Il gatto sembra più morbido di te.

Ma tu sembri più intelligente (almeno a volte!).

E sei più forte.

Nella stanza cominciano ad apparire altre cose e tu inizi a espandere la tua definizione di Te Stesso.

Poi... finalmente comprendi:

Solo in presenza di qualcos'altro puoi conoscere te stesso.

Questo qualcos'altro è ciò che tu non sei.

Perciò:

in assenza di ciò che Non Sei...

ciò che Sei... non é.

Hai ricordato un'enorme verità e assumi l'impegno di non dimenticarla mai più.

Ricevi a braccia aperte tutto ciò che arriva nella tua vita: persone, luoghi, cose.

Non rifiuti nulla,

perché ora sai che tutto ciò che appare nella tua vita è una benedizione:

ti offre una nuova opportunità di definire chi sei e di conoscerti in quel modo.


da Amicizia con Dio
di Walsch Neale (Sperling e K.)