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lunedì 16 dicembre 2013

L'ottimismo è il profumo della vita.

Non è più una novità, ma io insisto, rompo le balle a tutti, anzi diciamo che rompevo, perché con quelli che mi conoscono mi sono arresa, qui mi sento "a casa mia".
Ufficialmente in pochi qui mi conoscono nel reale, e tra quei pochi non credo sia rimasto qualcuno che sia stimolato dalla voglia di andare a  vedere cosa combino.
Forse  qualcuno resiste, magari se si è sparsa la notizia che ho perso la testa, per fare un po' di gossip, ovvio, non per sapere come sto e con la manina alzare la cornetta del telefono, accertandosi che non sono poi così tanto grave come sembra.
Comunque sappiatelo, scrivo sul mio blog, una volta questo aveva l'indirizzo tracceindelebili.blogspot.com,
poi, l'estensione finale  è cambiata in "punto.it", il com se ne è andato, sarà forse perché  anche a Google piace il made in Italy.  
Poi ho capito che il punto.it è solamente una specie di filtro, visto che i commenti che ricevo sono sul punto.com, che non è sparito, voi dall'esterno lo potete vedere, io no.

Ora, per riallacciarmi a tutto quello che mi sta succedendo da oltre due anni e mezzo, ditemi se questo è normale, sono chiusa in una gabbia, vi vedo, voi vedete me, e chissà com'è  moderata la censura, è poco probabile che tutto quello che ho scritto sia stato postato regolarmente.
Già la censura, perché se ancora non ci siete arrivati, la rete Italiana, per quanto mi riguarda è censurata da un bel po'.
Ammesso e concesso che questo mio post arrivi a destinazione sul punto.com, e non rimanga nel limbo, sospeso, a mezz'aria, perché i tempi ancora non sono maturi, ci tenevo a ri-dirvelo, a rinfrescarvi le idee, e se non vi siete ancora accorti di niente, meglio per voi.
Sappiate che i tempi però stanno per cambiare per tutti, anche per quelli più ottusi, quelli che quando parlo, cambiano discorso, e riducchiano alle mie spalle. 

Zappatelo ancora per un po' il vostro orticello, continuate a cullarvi nelle vostre illusioni, perché come diceva un vecchio slogan "L'ottimismo è il profumo della vita".
Tra poco si riderà tutti a denti stretti, con la differenza che io già ci sono abituata, voi purtroppo no.




giovedì 12 dicembre 2013

L'antirabbica fatela ai padroni (dei cani)

Berlusconi, Monti, adesso anche Obama.
La mia storia contro i padroni dei cani, è iniziata circa una quindicina di anni fa.
Ricordo di una calda estate e di due padroni insoddisfatti, marito e moglie, che per non far bruciare le zampette ai loro cani durante la passeggiata pomeridiana, se li portavano in collo tutto il giorno, a giro per la città.

Quello che mi rimase allora in mente, non era tanto il gesto di per se, ma il fatto che queste persone, ce l'avessero col mondo intero, mentre per i loro cani, nutrivano uno sviscerato e morboso amore.

Adesso il MORBO è dilagato, se non hai un cane, le persone ti guardano come se fossi un alieno.
Magari non arrivano a comprendere che il cane non ce l'hai, semplicemente per il fatto che ti sembra deprimente farlo vivere in un appartamento. 
Per una questione, anche, se vuoi, di rispetto.
Perché un cane è un cane, non un bambino, e deve continuare a fare le cose da cane.


"Gli manca solamente la parola"
Certo, come no.
E' una fortuna per il cane, perché se fosse un cristiano, non avrebbe certamente tanti trattamenti di riguardo.
Con le persone ci si deve relazionare, confrontare, a volte anche mettere da parte.
Con i cani, che purtroppo la parola non hanno, ci si cala nel ruolo di Padrone Onnipotente, visto che hai sempre qualcuno ai tuoi piedi che ti adora, anche in cambio di niente.


Troppo facile, caro padrone mio.

Il cane, poveretto, è troppo buono, è come un bambino sempre in cerca di affetto, non sa riconoscere l'egoismo che si cela a volte dietro quella carezza, spesso si accontenta senza saperlo,  guai a toccargli il padrone.
Egoismo, individualismo, chiamalo come vuoi, il fatto è, che spesso i padroni di cani affetti da questo strano MORBO, sono al centro del loro mondo, diffidenti verso il prossimo (almeno che non sia un cane, ovviamente), insoddisfatti, a volte anche rabbiosi.
Bisognerebbe creare una nuova figura sociale, l'assistente sociale per i cani, istituire le relative domande di adozione,  e solamente quando si è dimostrato di avere buoni rapporti in famiglia, col vicinato, con i colleghi di lavoro, insomma, col mondo intero, allora si può procedere con l'adozione vera e propria di un cane.
"Gli manca solamente la parola"
Peccato, altrimenti potevamo organizzarci anche per una specie di  "Telefono azzurro" !

martedì 10 dicembre 2013

Bla bla bla ...

Tra un po' inizierò il solito rituale che mi accompagna prima di andare a dormire.
Consapevole del fatto che anche nel mio letto troverò il modo di ispirare la noia e il tormento a non darmi tregua, vado tra le mie lenzuola, a cercare la giusta via, visto che nel mondo degli "svegli, non riesco a trovarla.
Almeno tra i miei sogni, forse mi sentirò meno impotente.

venerdì 18 ottobre 2013

Fanculo

Oggi mi va di essere sboccata.
Ho poco tempo per scrivere, ma sento uno smisurato senso di lasciare qui un'ennesima traccia di me e di quello che mi sta ruotando intorno.
Non mi interessa se poi, questo mio post, lo leggerà qualcuno. 
Credo fermamente che fino a che il mio punto. it non tornerà ad essere un punto.com, se mai ci tornerà, pochi potranno leggere quanto sto scrivendo ultimamente.
A parte chi mi ha messo in questo casino qui, ovvio.
Probabilmente, a fine vicenda, a fine rivoluzione, a fine quel che volete, riesumeranno le mie parole, e qualcuno dirà "Hai visto poverina cosa aveva scritto allora!!"
Bene, sappiate fin da subito che se passate di qui in ritardo, nel medesimo momento in cui leggerete quello che un dì, ovvero oggi, avevo scritto, non mi interesserà assolutamente sentire il vostro "poverina".
Anzi, guardate bene a come vi esprimerete.
I commenti del dopo, a cose avvenute non servono proprio a niente.
Il fatto è che mi avete lasciato sola, chi lo ha fatto di proposito e chi lo sta facendo per libera scelta.

Certo, rispetto la vostra libera scelta di cacarvi sotto dalla paura, perché in fondo di questo si tratta, ma vi prego, se non mi avete cercato fino ad'ora, non lo fate neanche dopo, perché sarò io in quel momento ad ignorarvi.
Non c'è peggio cosa di un branco di pecore che si emozionano sempre a fatto avvenuto.
Visto che eravate troppo impegnati ad occuparvi del vostro orticello, prego, tornate da dove siete venuti e lasciatemi sola con me stessa.
Le emozioni cari miei, sono la vera malattia dei nostri tempi, con le emozioni ci hanno preso nel sacco, con le emozioni hanno artefatto gli avvenimenti del nostro paese. E mentre con una mano sul cuore guardavate la televisione ed eravate troppo occupati a vedere programmi demenziali e a riempirvi la vita di cose effimere, c'è chi organizzava il teatrino per nascondervi cose assai più importanti.
E allora vi domanderete "cavolo, ma dove eravamo, a cosa stavamo pensando?!"
Signori miei, la cronologia dei nostri tempi è stata gestita ad arte solamente con tante chiacchere, puro sentimentalismo di scarso livello, basato sull'enfasi delle nostre emozioni.
 
Marketing all'ennesima potenza.
Non incidono più i fatti, gli avvenimenti, quello che resta alla fine sono solamente le opinioni, sono questi ultime che hanno fatto e faranno la storia.
Opinioni tra l'altro, manipolate da chissà quale burattinaio.
Fanculo.

mercoledì 2 ottobre 2013

Come da copione

Qualcuno ha detto che la vita è un palcoscenico, niente è  più vero di questa frase. In effetti se fossi sempre coerente con  me stessa, una delle prime cosa che farei, sarebbe quella di liberarmi per sempre dalla schiavitù della tinta per coprire i capelli bianchi, iniziando a dare respiro ai capelli sale e pepe.
La seconda, limitare il  mio armadio a solamente tre vestiti per stagione, tutti uguali, di colore bianco.
Sai che liberazione,  forse sarei la brutta copia di Tiziano Terzani, ma vuoi mettere, niente più  pensieri della serie “oddio cosa mi metto”,  semplificherei così anche i lavaggi in lavatrice.  Ma poiché ancora non sono libera del tutto di essere me stessa, il relazionarsi con gli altri a volte comporta anche a dover scendere a dei compromessi, ho deciso quindi che per il momento cavalcherò l’onda e farò  l’attrice. Si l’attrice, quella che recita e lo fa anche bene s’intende. 


“Come va?” “Bene,grazie!”
“Che fai di bello ultimamente?” “Le solite cose, grazie. Alti e bassi come sempre…”
E’ così che in fondo la gente ti vuole, no?
Ogni tanto mi piace soffermarmi  davanti allo specchio, mi guardo, penso che tutto sommato non starei così male con i capelli sale e pepe. 
Forse sarà questa fase della mia vita che mi porta a riscoprire l’essenziale. Citazione poco felice, mi ricorda il vincitore di San Remo 2013, ma il ticchettio della tastiera la pretende. Ecco, adesso mi verrebbe in mente una vecchia canzone di Raf, ma meglio finirla qui.
Ho ridotto tutto ai minimi termini, il tutto per poter arrivare in fondo a questo particolare capitolo della mia vita. Niente più tacchi, niente gioielli, niente di niente. Solamente un po’ di profumo sul collo e sui polsi, a quello ancora ci tengo. Ultimamente, per la gioia di mio marito, ho fatto uno sforzo di non poco conto,  sono riuscita a resuscitare qualche gonna lunga. Chissà  quando  arriverò in fondo a questa storia, se tornerò ad essere quella di una volta. Non penso, credo proprio di sapere  già la risposta.

Ridere quello no, nei momenti giusti lo so fare ancora, e bene. 
Alla faccia di chi mi vuole male.
Hai una storia brutta da raccontare, e con questo?
Ma chi vuoi che ti stai ad ascoltare, la gente ha da lavorare, c’è la crisi.
Se hai un problema, chi è che non ha problema di questi tempi.
E poi basta sapersi rialzare, tirare su la testa,  guardare avanti,  non pensare al passato e nemmeno al  futuro, basta vivere solamente  il presente.
Ah ecco, grazie.
Questo passaggio, lo avevo dimenticato.

Farò ancora l'ennesimo sforzo. 
Cercherò il vuoto con la meditazione interiore, mi cullerò di training autogeno, e trascorrerò il  tempo libero invece che sul divano, nella posizione del Loto sul tappeto.

E quando 
 sentirò l'ennesima sirena dell' ambulanza, passare nelle vicinanze di  casa mia, farò finta di niente.


martedì 24 settembre 2013

Ideale indefinito della mia fede

Altari
conoscenza prestata,
popolo
che indossate cravatte di lino
perfettamente cucite al collo.

Sciami di mosche si affettano,
involano
si spingono
incontrando la casa divina.
Se non fosse per la mia umiltà
cercherei di afferrare il primo posto
davanti a voi
aprendo il sigillo della credenza
umiliandovi.

Non intappolerete la mia fede
come gondole in vicoli chiusi,
lodate Dio,
io sarò come Primo Levi
davanti alle vostre false preghiere.

Helmut Morganti

martedì 17 settembre 2013

La grande pagliacciata dei blog.

La verità è che questo blog non lo legge nessuno e non perché non sono brava con l'indicizzazione.
E' tutta una bella illusione, chissà da quanto. 


Sono stanca e non ha senso neanche provare a scrivere qualcosa. 

Consiglio spassionato, per chi disgraziatamente passerà da queste parti. 

Chiunque decidesse di aprire un blog, ci pensi bene, non due volte, ma mille volte. 

Se non volete che la vostra vita passi in completa revisione sotto gli occhi di "non so chi", anche per scrivere le vostre poesie, i vostri pensieri banali, prendete il vecchio caro diario di carta di una volta, sceglietevi la penna che vi sta più a cuore e scappate da questo posto infernale. 

venerdì 6 settembre 2013

Balia dell'onde ...

Che senso ha scrivere ancora in questo blog...
quando ancora la mia identità "digitale" è ancora in balia dell'onde ?
Va benissimo scrivere sapendo che non mi leggerà quasi nessuno tranne che i miei hackers.
In fondo mi è sempre piaciuto scrivere, ed ho sempre scritto per me stessa.
La paura vera é quella di ritrovarsi magari, un giorno, senza blog.
Poi sai com'é ... io mi affeziono a tutto ... anche a quelle misere parole che mi sono uscite dalla testa in un momento di ispirazione divina.
In fondo se ci penso bene, in realtà, avrei bisogno di dire tante cose, di comunicare col mondo, ma non so da che parte iniziare.
Forse un po' mi vergogno.
Da due anni a questa parte, sono successe tante cose, troppe, in verità non molto belle, da non augurare a nessuno.
Ma attraverso di queste, io, adesso, vedo un mondo nuovo.
Non ho capito se bello, per il momento anche no, comunque nuovo di sicuro.
E qualcosa mi sta dicendo, che tra non molto anche le altre persone vedranno il mondo come lo sto vedendo ora io.

lunedì 1 luglio 2013

La morte non è niente.



La morte non è niente. 
Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. 
Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? 
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. 
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Henry Scott Holland