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giovedì 30 luglio 2009

Semina un pensiero

Semina un pensiero e raccoglierai un’azione,
semina un’azione e raccoglierai un’abitudine,
semina un’abitudine e raccoglierai un carattere,
semina un carattere e raccoglierai un destino.

C. Reade

Lugubre? no...


Indovinello

Un mare più vasto del mare
e tu non lo vedi.

Un mare nel quale vai nuotando
e tu non te ne accorgi.

Un mare che rumoreggia nel tuo petto
e tu non lo senti.

Un mare in cui te ne stai immerso
e tu non ti bagni.

Un mare da cui bevi
e tu non lo noti.

Un mare in cui vivi
finché non ti mettono sotterra.

Hans Magnus Enzensberger

lunedì 27 luglio 2009

Il rispetto per il prossimo

Se avete un pò di tempo, andate a leggere il blog de "Il circolo dei pensieri" scritto da Enzo "Il filosofo", io l'ho trovato per caso, mi piace leggerlo perchè ritrovo molto del mio modo di pensare.

Riporto il suo ultimo post La radice dell'intolleranza, parole semplici che possono aiutarci a fare personalmente un piccolo esamino di coscienza ma anche a focalizzare quelli che intorno a noi vivono di luce propria e ci guardano dall'alto in basso...

"Questa vignetta è dedicata a tutte quelle persone che hanno una grandissima considerazione di sè, delle proprie convizioni, delle proprie idee ma anche dei propri problemi; e nessuna per le convinzioni, le idee e i problemi degli altri.
Dedicata a quelle persone che, nei rapporti con gli altri, si comportano come se essi fossero il sole, e tutte le altre persone solo pianeti, pianetini e satelliti che devono per forza girare intorno a loro, brillare della luce che viene da loro.
Dedicata a quelli che vogliono sempre e solo sapere quello che c'è nel cuore degli altri, senza mai, ma proprio mai occuparsi un po' anche di quello che c'è nel proprio, a quelli che non si guardano mai dentro, che dicono sempre di essere sinceri, ma mai lo sono con se stessi.
Dedicata un po' alla radice dell'intolleranza, alla assoluta incapacità di vedere l'altra persona come un universo completamente diverso dal mio, da scoprire, da navigare, da esplorare, da rispettare."
Rimane sottotitolato, ci tengo a precisarlo perchè non si sà mai....che la vignetta ovviamente è figurativa, al posto del credente poco rispettoso nei confronti di un ateo, ci potrebbe essere anche un rappresentante di qualsiasi ideologia religiosa o politica, ma anche il titolare con il suo dipendente, il marito con la moglie, due amici.....fate un po' voi....

20 luglio 1969

Queste si che sono "tracce indelebili"...
« That's one small step for [a] man, one giant leap for mankind. »
Neil Armstrong
« Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo enorme per l'umanità. »

Niente è banale per chi non è banale - Lidia Ravera

Niente è banale per chi non è banale.
Non c’è ripetizione per chi riesce a crescere ogni giorno,
per chi non si accontenta di se stesso e, instancabile, ritocca,
corregge, amplia, mette a punto, azzarda, scopre.
Bisogna essere irrequieti…
Bisogna viverlo con un certo fervore il tempo,
come fosse tutto utile, tutto buono, tutto necessario…
Essere esigenti: con se stessi, con gli altri.
Essere a disagio, sentirsi strani, sentirsi diversi.
Sentire l’ingiustizia, come un fastidio, come un impedimento all’armonia.
Sentire il privilegio quasi come un peso, un obbligo ad acquisire meriti.
Felici e scontenti. Scontenti anche di essere felici.
Credo ancora, con consapevole tensione, nella parabola dei talenti.
Credo che il privilegio obblighi a qualcosa.
Credo che non possa vantare diritti chi non si dà doveri…
Ma non è l’ambizione l’antidoto all’immobilità,
al pensar corto per paura che troppo rapidamente tutto scorra e ti possa travolgere.
L’antidoto più sicuro è l’attenzione.
L’attenzione scompone il tempo in tanti singoli momenti,
e ad alcuni regala una magica durata,
ad altri la puntiforme felicità della visione.
Vivere attentamente è vivere al presente,
attrezzandosi contemporaneamente per il dopo…
Guardare fuori, guardarsi dentro…
Vedo la gente soffrire per questa foga di rallentare il tempo.
Vedo discriminati i vecchi.
Vedo i ragazzi acciambellati sotto il tetto paterno a ventinove anni,
come gatti di casa decrepiti,
senza voglia di dar la caccia ai topi o andar per tetti.
Vedo me stessa, mentre provo a distendere le rughe sotto gli occhi,
e te preoccupato di quello che ti aspetta.
Voglio dirti che non è brutto crescere.
Neppure nella tetra variante di invecchiare.
Non è brutto. 
Perdi di leggerezza, acquisti peso
Ma il peso è stabilizzante. Non è male.
E non viene necessariamente per nuocere.
Crescere è accumulare. E’ ricchezza.
E’ il succedersi delle esperienze.
Se si ricorda di non dimenticare le trafitture di delusioni o i dubbi,
è quell’arte meravigliosa di imparare che, fino alla fine,
può mantenerci umani, può spalancare i cancelli
che separano un’età dall’altra e rendono così dolorosi i passaggi…
Non c’è trucco. E’ come una disciplina quotidiana.
Cercare lo stupore…
Nessuno sa, di quelli che credono di sapere.
Tutto è ancora possibile…

mercoledì 22 luglio 2009

3,40 a.m.

Stanotte è una notte di quelle che non si riesce a dormire senza un motivo ben preciso, di colpo ti svegli nel cuore della notte, cerchi di riprendere sonno il prima possibile, poi timidamente alla porta bussa un pensiero di quelli che vorresti scrivere di getto.
Gli dici di non entrare, ma lui finta di non sentire le tue parole, allora lo implori, perché sai che i pensieri sono come le ciliege, uno tira l'altro, gli dici di passare un'altra volta magari ad un'altra ora un po' più decente, adesso devi dormire, hai bisogno come l'aria di riposare, domani ti aspetta un'altra giornata intensa...

...ecco lo sapevi... ti ritrovi con la penna in mano, almeno hai la decenza di non accendere la tua porta al mondo virtuale...a te in fondo spesso piace scrivere alla vecchia maniera, poi magari ritrascrivi tutto tramite tastiera in un secondo momento.
Cerci così di dare sfogo a questo tuo bisogno impellente senza andare a stimolare quello di cui adesso non hai minimamente bisogno, ti liberi solamente di un qualcosa che preme e che vuole uscire fuori, come un bisogno fisiologico notturno...

Scrivere è come dare pace ad una pallina impazzita di un vecchio flipper nel momento che sei stanco di continuare tra rimbalzi e bonus, alla fine trovi un senso compiuto nel vedere scendere in picchiata la pallina diritta verso di te nella buca, e il "game over" potrebbe essere un tranquillo "vai in pace".
Si, ma cosa era tanto importante da voler scrivere nel cuore della notte?

Ve lo dirò un'altra volta, mi sono accorta proprio adesso che ho già scritto un post....
'notte.... :)

giovedì 16 luglio 2009

ci sono... ci sono...

Ci sono, ci sono.... qualcuno di voi si è preoccupato per la mia assenza, ma anche se non riesco a postare....ci sono, e dove vuoi che vada...
E' caldo, oggi in particolar modo, sono due settimane che grazie al godimento delle ferie altrui sto lavorando a "cottimo", che vuoi fare, prima o poi questo "tour de force" finirà e tra un mese toccherà a me ad abbronzarmi e a tuffarmi nell'acqua salata!!!
La sera non riesco neanche ad accendere il computer, non trovo il fiato - e nemmeno la testa - per fare una frase che abbia un senso compiuto, tutto quello che riesco a fare lo faccio pure male...quindi.... è bene rimandare a quando sarò più fresca.... :D
un saluto di buona estate a chi mi leggerà....

domenica 5 luglio 2009

Rievocazione della Battitura del grano

Dalla fine di giugno ai primi di luglio, presso alcune aziende agricole tra Prato e Pistoia, viene revocato "la battitura del grano" con i mezzi, i modi e gli abiti dei tempi di una volta.

La battitura - o trebbiatura - del grano era un'occasione di festa durata fino ai primi degli anni sessanta ed era il momento dove si vedevano realizzate le fatiche di uno dei più importanti lavoro dei campi, con il grano ottenuto si otteneva la farina, trasformata di seguito in pane, pronto a sfamare le famiglie dei contadini e del padrone del podere con il quale si dividevano le parti del raccolto prima di metterlo al sicuro.

La trebbiatrice è una macchina che appartiene ormai al passato, sostituita dalla mietitrebbia la quale esegue la trebbiatura contemporaneamente alla mietitura. Lo scopo della trebbiatrice era quello di sgranare il grano dalla paglia.

Le fasi della trebbiatura possono essere riassunte in:
-Battitura della fascina di grano;
-Separazione della paglia dalla granella tramite la ventilazione e scuotitura della paglia;
-Concia del grano:
-Raccolta del grano nel contenitore in legno posizionato nella parte anteriore bassa. (in questo caso il grano è raccolto in dei sacchi)
Dopo il lavoro si festeggiava nell'aia cenando tutti insieme intorno ai tavoli, ancora oggi durante queste "rievocazioni" a fine serata vengono serviti a tavola dai "contadini" e dalle loro donne alcuni dei piatti tradizionali legati alla cucina popolare a base di carne di oca ed anatra, allevate nelle aziende agricole in occasione di questi festeggiamenti.
Il tutto accompagnato da cantori con chitarra che improvvisano in "ottava rima" come usava allora. Cantare in "ottava rima" è una forma particolare di poesia improvvisata e cantata in strofe di otto versi, le origini di questo modo di cantare risalgono al XIV tra la zona della Toscana e il Lazio.
Negli anni 60 con lo sviluppo industriale della nazione, le proprietà non davano più un reddito adeguato alle famiglie, pertanto i contadini iniziarono ad abbandonare le terre ed a lavorare nelle fabbriche, solamente alcuni di loro continuarono ad occuparsi dei terreni nel tempo libero dal lavoro.
Attraverso questi festeggiamenti si rievoca il lavoro dei contadini del passato, quel mondo che rappresenta le nostre radici e la nostra storia, fatto di grandi sacrifici ma anche di grandi valori, di umiltà , di saggezza e di solidarietà.
Queste foto sono state scattate in occasione della Festa della Battitura sabato 4 luglio presso la Fattoria di Parugiano - Montemurlo - organizzata dal Gruppo Trekking Storia Camminata

...crepi...(il lupo)...

Dedicato a mio marito.  :)
foto web

sabato 4 luglio 2009

L'essenziale è invisibile agli occhi.

In quel momento apparve la volpe."Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno."Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe." Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe. 
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: "Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
Disegno fatto da mia figlia.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?" 
" Certo", disse la volpe. 
" Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il piccolo principe.
" C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
" E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
" Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe. 
La volpe sembrò perplessa:" Su un altro pianeta?"
" Sì" 
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
 " Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita, sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…" 
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe." Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe." In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…." 
Il piccolo principe ritornò l'indomani." Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe." Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe." E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe." Ma piangerai!" disse il piccolo principe. 
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".soggiunse:" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
" Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose."Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse." Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio." Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" 
E ritornò dalla volpe." Addio", disse."Addio", disse la volpe. 
"Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
" E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo." Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…" 
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.
Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore.L'essenziale è invisibile agli occhi


Antoine de Saint-Exupery

giovedì 2 luglio 2009

L'uomo d'azione non è l'ignorante che si butta allo sbaraglio dimenticandosi, ma l'uomo che ritrova nella pratica le cose che sa.
Cesare Pavese

mercoledì 1 luglio 2009

Contemporaneo


"Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo sul suo tempo per percepirne non le luci, ma il buio. Contemporaneo è colui che riceve in pieno viso il fascio di tenebra che proviene dal suo tempo". (…) 
"Appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese, ed è per questo inattuale. Ma proprio grazie a questo scarto e questo anacronismo è in grado più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo".

Giorgio Agamben