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venerdì 7 novembre 2008

Venti anni, solito posto di lavoro.


Oggi sono 20 anni che lavoro nella stessa ditta.
Ho una mezza intenzione di portare i pasticcini per festeggiare, ora vedo, perché c’è poco da festeggiare. Ma no, non è vero, in fondo il mio posto di lavoro è la mia seconda famiglia.
Il mio collega mi ricorda sempre quel giorno, che arrivai secondo lui “col giubbottino di jeans”, ora poverino, ancora non ha capito che non è possibile che il 7 di novembre una abbia ancora il giubbottino di jeans e poi mi ricordo bene del mio giaccone di panno grigio con righe rosa fucsia e verde smeraldo, spalline grosse, molto anni 80. Ricordo bene la prima volta che ho conosciuto i miei titolari. Sono stata la prima impiegata e come narra la storiella che ancora oggi il boss racconta a tutti i rappresentanti che entrano in ufficio, io sono arrivata inscatolata insieme al computer, poichè mi hanno “presa” dove all’epoca hanno fatto l’acquisto del primo pc aziendale (grazie ad un corso di contabilità che avevo fatto allora).
Per l’occasione il mio titolare cambiò il look all’ufficio, ricordo le mie colleghe che mi studiavano di sott’occhio, ricordo le bolle fatte a mano e la fatturazione di quei tempi…. Dopo un po’ il boss, mi affibbiò il nomignolo “Lallo” visto che sono la piu’ alta di tutti, Lallo ovviamente sta per cavallo. Sopra l’orologio dei dipendenti, da svariati anni, ci sono il mio stemma di famiglia e la mia scarpa, Anche quelle le ha messe il boss, non sono altro che un ferro di cavallo (la scarpa) e una raffigurazione in bronzo di una testa di cavallo (lo stemma di famiglia). Quando passa un rappresentante nuovo il boss fa vedere pure quelli.
Si, avrete capito che ho un titolare un po’ alternativo.
Ricordo bene anche la mia vecchia collega originaria del Trentino, lei bionda, io mora, insieme potevamo fare Striscia la Notizia. Abbiamo lavorato per diversi anni poi lei è dovuta tornare al suo paese di origine ma ci sentiamo ancora. Quando poi siamo rimaste incinte quasi insieme è stato proprio un "bel colpo"….. ( per la mia titolare!!)
Nel 2001 è arrivata la mia attuale collega (bionda pure lei) che non sarebbe altro che la sorella del titolare ma non per questo è peggiorata la situazione, anzi, da quando c’è lei mi “attricco” molto meno col boss perché fà molto da filtro.
E poi le mie colleghe quelle vecchie, quelle nuove, quelle che addirittura non ci sono proprio più in tutti i sensi, purtroppo.
Compagne di viaggio con cui si è scherzato, litigato ma anche pianto insieme.
Ricordo le risate di loro alla cena del mio addio al nubilato con il Nissan Vanette della ditta, io che durante il tragitto mi cambiavo le calze rotte in piedi e che non mi ero accorta della macchina dietro che mi lampeggiava. Ricordo anche del mio matrimonio, la finezza di una di loro che all’uscita della chiesa invece di buttarmi il riso come tutti, mi fiondò un sacchettino intero in faccia.
E poi tutti gli scherzi che abbiamo messo su. Quello più riuscito?
Forse quello fatto con la mia attuale collega ad un rappresentante un po’ esoso che tutte le volte che passava da noi voleva sapere la nostra valutazione su di lui. Un giorno eravamo in tre in ufficio, è stato stupendo vedere la sua espressione quando abbiamo tirato fuori le nostre palette con le votazioni, io avevo 6, la mia collega 6 - , l’altra “n.c.” ovvero “non classificato”. (Palette fatte bene, come quelle dei vigili, manico di legno preso dalle casse di frutta, tondo in polistirolo preso da alcuni scarti e un bel numero rosso fatto col computer. Ne conservo ancora una per ricordo.)
Chissà perché dopo un po’ quel rappresentante non è più passato.... :)
Ce ne sarebbero tante altre da raccontare.
Ovviamente come in tutti i posti di lavoro, ci sono stati anche i momenti brutti, momenti che addirittura volevo licenziarmi.
Però cambiano le scrivanie, cambiano i computer, ma io sono ancora lì.
(Quasi quasi invio questo post alla mia ex collega del Trentino.)

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