E lui rispose dicendo:
Ed è bene che sappiate:
Non dite: "Ho trovato la verità",ma piuttosto:
Rieccomi qui, non so bene neanch’io perché, la tentazione di non postare più è tanta, ma vediamo un po’....
Innanzi tutto voglio fare un po’ di gossip, perché no…soprattutto per quelli che mi conoscono in “carne ed ossa”.
Ogni tanto qualcuno dei miei amici a cui ho dato l’indirizzo del mio blogghettino mi domanda “…oh, ma chi è l’anonimo che ti scrive i commenti?” “Ma perché ti ha scritto così?” e soprattutto mi chiedono “…ma è un uomo o una donna?…" ;)
A questo punto parte la mia risata, perché penso che un uomo, proprio per le caratteristiche proprie maschili, non credo che si metterebbe a puntualizzare così com’è successo.
No, non è un uomo, mi dispiace per voi, mi immagino che qualcuno abbia pensato ad un amante arrabbiato :) , no, spiacente, è semplicemente una persona di sesso femminile con cui ho condiviso tramite un forum su Internet, un periodo non proprio bello della mia vita. Un’amicizia virtuale, chiamiamola così.
Il perché scrivesse come anonimo, non saprei, probabilmente per lo stesso motivo perché non dà mai il suo indirizzo di posta elettronica, per essendo una navigatrice esperta del web.
A parte questo particolare è stata un’amicizia strana, ma sincera, io sono sempre stata me stessa, così quando ci sentivamo al telefono o per SMS.
Poi ho avuto la bella idea di darle l’indirizzo del mio blog, magari per avere un qualcosa in più per sentirci più vicine.
Ahimè, qualcosa si è incrinato, forse i miei ottimismi, magari a volte un po’ sforzati, hanno urtato la sua sensibilità, non tutti siamo uguali e se in un altro periodo ho manifestato altro tipo di sentimento non è detto che io adesso sia cambiata e diversa.
Peccato che io non corrisponda più alle sue aspettative.
Più che vado avanti e più che mi accorgo che il blog è un’arma a doppio taglio.
All’inizio, pensando di fare una cosa giusta ho dato l’indirizzo anche a persone con cui condivido qualcosa, ma non sò se lo rifarei, non sono riuscita ad "avvicinarmi" a nessuno e nessuno si è "avvicinato" a me, quindi non è servito a niente.
Amici in lontananza che si facevano vivi via mail non per raccontarsi di sé, ma magari con una catena di quelle che la devi inoltrare a 10 amici in 3 minuti, ecco loro, proprio hanno fatto finta di niente e adesso non mi inviano neanche più le catene. (grazie!)
Inoltre adesso, ho “l’ansia da prestazione”...
A volte se scrivo qualcosa di leggero, mi sembra di essere superficiale e retorica.
Se scrivo, o vorrei scrivere qualcosa di più impegnativo, mi sembra di essere troppo seria e pesante.
Se poi osservo il livello culturale dei bloggers che ci sono a giro, allora si che mi spavento.
Io, ahimè sono una persona semplice, non ho studiato come avrei voluto e dovuto e adesso mi ritrovo con i miei mezzi a cercare di riprendere il tempo perso.
Io non voglio sembrare quella che non sono.
Non mi ritengo una persona colta, ma ci vorrei diventare, a modo mio però.
E se scrivo qualcosa è anche perché mi rimanga bene in mente.
Non è detto poi che lo metta in pratica. :)
Certo che ognuno fa bene a fare il proprio lavoro, lui è scrittore che altro deve fare….però, uno scrittore di solito è un uomo di una certa sopraelevatezza culturale, non uno come me che fa parte del populino, dovrebbe stare un gradino sopra il mio, e non ad additare tutto e tutti……
Può essere che anche lì ci sia lo zampino del profitto? ....mmmmhhh…
Col tuo post “Progresso e Rivoluzione” un po’ ti commenti solo, da una parte Gennaro Genna un signore con la bava alla bocca dalla rabbia, dall’altra Krishna J. che rileva che l’ideologia, le rivoluzioni portate da un’idea, non portano a niente ma solo ad ulteriori divisioni.
Personalmente mi sento un po’ l’uno e un po’ l’altro, e a volte nessuno dei due.
Ho l'impressione, naturalmente la mia impressione, che a noi Italiani ultimamente piace sempre di più fare del vittimismo, scriviamo sulla nostra lavagna tutte le cose che non funzionano, ci piace sottolinearle col gessetto, richiamare l’attenzione anche urlando. Qualche scolaretto attento alla lezione si sveglia dal letargo e poi cosa fa, anche lui si mette ad urlare e a dire questo no, quest’altro no, gli altri invece forse sonnecchiano forse fanno finta di sonnecchiare.
Altri ancora invece cercano con i propri mezzi di capire la motivazione di fondo del nostro malessere culturale, che non riguarda in maniera predominante l’Italia come accenna Genna, basta vedere l’incidenza dei suicidi nel resto dell' Europa, noi non siamo tra i primi posti per fortuna.
E sappiamo bene che non è vero che il tutto è iniziato da quando sono apparse le tv private, quelle semmai hanno contribuito al degrado, ma il fattore scatenante è scattato quando il cosiddetto “progresso tecnologico” è entrato inarrestabile nella nostra società.
Siamo su un treno che va a trecento Km all'ora, non sappiamo dove ci sta portando e, soprattutto, ci siamo accorti che non c'è il macchinista.
(Carlo Rubbia)