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domenica 21 dicembre 2008

Il Natale della gente semplice.

Messa ore 11.30
Mi trovo seduta ad ascoltare il nuovo parroco, lo osservo mentre si sta rivolgendo ai bambini.
Lo vedo intento nel proprio dovere di parroco, la chiesa è stracolma di persone, è ora di fare bella figura penserà lui.
Non vorrei essere al suo posto, deve essere proprio dura fare il prete ai tempi d'oggi.
L'altare è come un palcoscenico e lui adesso è la star, nei dieci minuti di omelia deve dare il massimo usando però il linguaggio dei bambini e delle persone semplici.
Tutti lo ascoltano, insolitamente non noto nessun tipo di distrazione, forse sarà perché siamo vicini al Natale e quindi questa predisposizione all'ascolto dipenderà solamente dal fatto che occorre essere più buoni e più rispettosi durante la celebrazione della Messa.
Ecco il mio solito cinismo.
Continuo ad osservare...
Adesso il parroco, cerca il coinvolgimento anche degli adulti...dal microfono lancia una domanda al pubblico..."Vi capita mai di pensare che se anche vi accorgete di avere tutto, nonostante questo, sentite di essere tristi lo stesso?" .
Anche se non occorreva in quel momento una risposta poiché questa era una domanda/affermazione, una signora con un certo impeto esclama a voce alta :".....Sempre!!..."

Mi viene da pensare, proprio durante la celebrazione cosa era che faceva magico il mio Natale quando ero ragazzina e perché adesso non lo è più.

Allora la magia, ricordo, iniziava un po' di tempo prima quando nel coro di voci bianche che frequentavo in quei tempi si iniziava a preparare i canti natalizi per la messa di mezzanotte di Natale.

Anche la Novena di Natale contribuiva ad arricchire l'attesa, mi sembra di sentire ancora le voci delle suore e delle persone che conducevano le celebrazioni di allora.
E poi il giorno della vigilia dopo cena, presto in chiesa, che tutti dovevamo essere pronti, per l'occasione ci mettevamo anche la divisa del coro, così era ancora tutto più speciale.
L'odore dell'incenso, le campane di mezzanotte che ci annunciavano che era nato Gesù Bambino e noi ragazzi che ci scambiavamo gli auguri in sottovoce.
E il pranzo di Natale?
Quello era veramente l'unico giorno dell'anno dove la famiglia si ritrovava al completo.
E anche per questo c'era tanta attesa, io non vedevo l'ora di passare un po' di tempo con i miei due unici cugini.
Intorno a quel tavolo ci sono tanti bei ricordi, belle emozioni, sembravamo tutti così felici di stare insieme.

Adesso sarà forse perché non siamo più bambini, tutto è diventato una consuetudine di azioni da ripetere a vuoto ogni qual volta che si ripresenta il Natale.
Pensare ai regali, quando sai benissimo che neanche il regalo non rappresenta più quello che dovrebbe rappresentare.
"io ho comprato una cosa per te, perché spero ti faccia stare meglio, perché io voglio la tua gioia, perché io tengo a te"
Adesso a volte non si scartono neanche più, sarà forse per evitare di recitare di essere compiaciuti.
E i pranzi di Natale quelli che dovrebbero unire i componenti delle famiglie, spesso anche quelli sono una falsa, un tirare presto-veloce alla conclusione della giornata per dire...."anche questa è passata..."

Natale, l'unico giorno nel quale dovremmo essere più buoni, siamo solamente degli attori stanchi su un palcoscenico fatto di luci fioche con una commedia che non è la nostra e che non neanche ridere.
Magari adesso siamo più coerenti con i 364 giorni dell'anno che ci rimangono a disposizione, siamo quel che siamo, siamo quelli che "tirano a campare", magari forse la serata finale de "La Talpa" suscita in noi un maggiore interesse rispetto alla spiritualità del Natale.

Però...però....
...una volta il Natale poteva essere una giusta occasione per farci soffermare un po', un'occasione per un esame di coscienza, un punto di partenza per buoni propositi, magari qualcuno di questi alla fine andava anche a buon fine.
Qualcosa che ci svegliava dal torpore per poi domandarci se veramente eravamo un po' migliorati, se avevamo aperto un po' di più il nostro cuore al prossimo.
Adesso niente, il vuoto assoluto, non dobbiamo rendere più conto a nessuno,
solo a noi stessi, soli con noi stessi...

Forse, di questi tempi la verità è che ci stiamo rendendo sempre più conto della sensazione di vuoto che arieggia sempre più pesantemente nei nostri cuori.

E allora, la gente semplice, si riunisce in preghiera cercando di colmare quel vuoto sordo dentro di .

Ognuno fa quello che può.

2 commenti:

Do ut Des ha detto...

Bello davvero!!
Io però avrei concluso così
"Ognuno vede quello che vuole vedere"

Do ut Des ha detto...

[quote]una signora con un certo impeto esclama a voce alta :".....Sempre!!..."
[/quote]
La signora ha bisogno di lavarsi la coscienza..

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