Prego non fate complimenti.....Cheesecake o Torta della Nonna? In questo mondo virtuale abbiamo anche le torte virtuali....non ci facciamo mancare proprio niente....
Vi garantisco che l'odore che usciva dal forno ieri sera era caldo e invitante...quasi delirante....
Il sapore....mmhhh.....quello lo assaporerò tra un pò insieme ad amici, oggi siamo tutti in montagna, per fortuna si prospetta anche una bellissima giornata di sole....
Un pezzo di torta della nonna....la crema non è di quella istantanea, ma fatta con le mie manine....aromatizzata al limone.....
Cheesecake? E' la prima volta che la faccio ma ho già assaporato questa ricetta.....speriamo bene...
....volete anche un caffeino? :D
domenica 28 giugno 2009
sabato 27 giugno 2009
Un bambino d'oro e di paura - Dedicato a Michael Jackson
In questi giorni ne ho sentite tante, troppe....come al solito quando uno se ne và, si ricorda di lui solo la parte migliore, l'articolo di Mina però mi è piaciuto....
"Se ne è andato un bambino. Che, probabilmente, non è mai stato veramente felice. Un bambino di cinquant’anni. Che non trovava pace nella continua ricerca di modificarsi per unificarsi a un modello che, forse, nemmeno lui aveva ben chiaro. Tante facce, troppe facce e nessuna definitiva, nessuna serena. Se ne è andato un bambino. E con lui se ne è andato il suo talento. Adesso, quelli della musica «dotta», sia classica che jazz, riusciranno a valutare il suo lavoro più serenamente.
Lo avevano soprannominato il re del pop. Termine vagamente derisorio se non dispregiativo col quale si usa definire la corrente musicale di carattere commerciale. Ma lui immagino che ne andasse fierissimo. Era esattamente quello che voleva. Arrivare diritto al cuore di tutti. E il bambino che se ne è andato, lì è arrivato e lì rimarrà. Nonostante la sua storia personale molto dura. Un padre violento che lo segnerà e atterrirà per sempre togliendogli dalla faccia e dal cuore anche il più piccolo segno di spensieratezza. Michael lo aveva dolorosamente svelato prima nella sua autobiografia Moonwalk, poi ne aveva parlato, fino ad arrivare alle lacrime, nell’intervista televisiva di Martin Bashir, nel 2003, dove raccontò che il padre, durante le prove o le sessioni di registrazione, ad ogni errore lo picchiava con la cintura o con qualsiasi altra cosa gli capitasse sotto tiro. Una notte, mentre lui dormiva, il padre piombò nella sua stanza da letto dalla finestra indossando una maschera terrorizzante e urlando a squarciagola. Da allora Michael soffrì di incubi e visse nel terrore che qualcuno lo rapisse.
Non c’è bisogno di scomodare Sigmund Freud per capire che da quel lungo trauma non è mai guarito. Le cifre della sua carriera sono fantasmagoriche, le più alte in assoluto sia come numero di spettatori che come numero di dollari percepiti. Eppure il bambino se ne è andato lasciando un mare di debiti. Un mare di chiacchiere. Un mare di delicati problemi legali. Un mare di parassiti. Un mare di enigmatica equivocità. Ma la musica, purtroppo o per fortuna, la musica non prende in considerazione alcuna piccolezza terrena, la musica rimane al di sopra delle teste dei suoi portatori, la musica svincola dalla storia umana. E il bambino che se ne è andato lascia dietro di sé l’oro della sua arte e il disegno animato delle sue sembianze fisiche."
Mina - La Stampa 27/06/09
"Se ne è andato un bambino. Che, probabilmente, non è mai stato veramente felice. Un bambino di cinquant’anni. Che non trovava pace nella continua ricerca di modificarsi per unificarsi a un modello che, forse, nemmeno lui aveva ben chiaro. Tante facce, troppe facce e nessuna definitiva, nessuna serena. Se ne è andato un bambino. E con lui se ne è andato il suo talento. Adesso, quelli della musica «dotta», sia classica che jazz, riusciranno a valutare il suo lavoro più serenamente.
Lo avevano soprannominato il re del pop. Termine vagamente derisorio se non dispregiativo col quale si usa definire la corrente musicale di carattere commerciale. Ma lui immagino che ne andasse fierissimo. Era esattamente quello che voleva. Arrivare diritto al cuore di tutti. E il bambino che se ne è andato, lì è arrivato e lì rimarrà. Nonostante la sua storia personale molto dura. Un padre violento che lo segnerà e atterrirà per sempre togliendogli dalla faccia e dal cuore anche il più piccolo segno di spensieratezza. Michael lo aveva dolorosamente svelato prima nella sua autobiografia Moonwalk, poi ne aveva parlato, fino ad arrivare alle lacrime, nell’intervista televisiva di Martin Bashir, nel 2003, dove raccontò che il padre, durante le prove o le sessioni di registrazione, ad ogni errore lo picchiava con la cintura o con qualsiasi altra cosa gli capitasse sotto tiro. Una notte, mentre lui dormiva, il padre piombò nella sua stanza da letto dalla finestra indossando una maschera terrorizzante e urlando a squarciagola. Da allora Michael soffrì di incubi e visse nel terrore che qualcuno lo rapisse.
Non c’è bisogno di scomodare Sigmund Freud per capire che da quel lungo trauma non è mai guarito. Le cifre della sua carriera sono fantasmagoriche, le più alte in assoluto sia come numero di spettatori che come numero di dollari percepiti. Eppure il bambino se ne è andato lasciando un mare di debiti. Un mare di chiacchiere. Un mare di delicati problemi legali. Un mare di parassiti. Un mare di enigmatica equivocità. Ma la musica, purtroppo o per fortuna, la musica non prende in considerazione alcuna piccolezza terrena, la musica rimane al di sopra delle teste dei suoi portatori, la musica svincola dalla storia umana. E il bambino che se ne è andato lascia dietro di sé l’oro della sua arte e il disegno animato delle sue sembianze fisiche."
Mina - La Stampa 27/06/09
domenica 21 giugno 2009
"Le note di Cecco" dedicato a Francesco Nuti
Venerdì sera presso il forum del centro Pecci di Prato si è svolto lo spettacolo "Le note di Cecco" organizzato in occasione della presentazione del libro "Francesco Nuti - La vera storia di un grande talento" scritto da Matteo Norcini. Durante l'evento, gli amici e colleghi che lo hanno accompagnato durante la carriera artistica hanno ripercorso le musiche e le colonne sonore dei suoi film.
Francesco Nuti ha sempre rappresentato per me qualcosa di più di un semplice attore, con i suoi film ho legato ricordi e storie di qualche mio decennio fà, e poi fà parte di quel bagaglio di personaggi pratesi di cui noi concittadini siamo orgogliosi e che teniamo gelosamente stretto insieme ai cantuccini alla mandorla.
A dire il vero ho pensato fino all'ultimo che questo evento fosse un qualcosa finalizzato maggiormente alla vendita del libro di Norcini, invece ho assistito ad uno spettacolo "fatto col cuore" proprio a nome di Francesco, dove gli amici e il fratello hanno saputo raccontare di lui con una certa spontaneità tipicamente locale, senza impostazioni di rito, coscienti del fatto di parlare in mezzo alla gente che gli ha voluto e gli vuole ancora bene. Giovanni Veronesi, (sceneggiatore e attore insieme al Nuti, adesso infine regista e per giunta pratese) era il presentatore "disinvolto" della serata, non appena ha iniziato a parlare ha creato subito quella atmosfera goliardica dove a ruota sono intervenuti gli altri personaggi della serata. Come primo ospite è intervenuto Ezio Greggio, dove tra gag e non poche battute ha parlato della sua carriera e di un incontro di qualche anno fà avuto personalmente con il Nuti quando già aveva problemi con la depressione. Giovanni Veronesi per l'occasione ha presentato suo fratello Sandro Veronesi, lo scrittore. Anche lui ha raccontato una serie di ricordi di gioventù che lo hanno legato al Nuti.
Edoardo Nesi, scrittore dell'"Età dell'Oro", pratese pure lui, ci ha raccontato delle sue collaborazioni col Nuti e di quando, un 5 luglio, dovette imbiancargli di neve P.zza S.Croce a Firenze durante la ripresa di un film. Riccardo Mariotti, cugino di Francesco nonchè scrittore di "Sarà per te" una delle più belle canzoni cantata dal Nuti a San Remo e riproposta anche da Mina. Matteo Becucci, vincitore di quest'anno di X-Factor ha cantato "Giulia". Ecco Giovanni Nuti, il fratello maggiore di Francesco, persona altamente eclettica, dottore, pittore, poeta, cantautore, ma sopratutto l'ideatore di tutte le colonne sonore dei film di suo fratello Francesco. Vi è stato un attimo di commozione quando ha raccontato che proprio il giorno stesso aveva chiesto al fratello se in occasione della serata doveva dire qualcosa al pubblico da parte sua. Francesco -racconta sua fratello -in un primo momento era contrariato, poi, con l'aiuto di uno stumento computerizzato (poichè non parla molto bene) ha detto: "Devi dirgli questa cosa: "io sto bene... e voi andate in pace..."
Di seguito ha cantato con la propria chitarra varie canzoni tra cui "primo ottobre", "Lovelornman", poi si sono uniti anche altri musicisti che hanno accompagnato Francesco durante la sua carriera. Per ultimo Alessandro Haber, attore con Nuti in "Willy Signori e vengo da lontano", racconta insieme a Veronesi una gaffe divertente fatta proprio la scorsa settimana al ritiro di un premio alla carriera all'OstaFilmFest.
Tutti insieme nel gran finale col pubblico cantando "puppapperaaaaa"......
Francesco Nuti ha sempre rappresentato per me qualcosa di più di un semplice attore, con i suoi film ho legato ricordi e storie di qualche mio decennio fà, e poi fà parte di quel bagaglio di personaggi pratesi di cui noi concittadini siamo orgogliosi e che teniamo gelosamente stretto insieme ai cantuccini alla mandorla.
A dire il vero ho pensato fino all'ultimo che questo evento fosse un qualcosa finalizzato maggiormente alla vendita del libro di Norcini, invece ho assistito ad uno spettacolo "fatto col cuore" proprio a nome di Francesco, dove gli amici e il fratello hanno saputo raccontare di lui con una certa spontaneità tipicamente locale, senza impostazioni di rito, coscienti del fatto di parlare in mezzo alla gente che gli ha voluto e gli vuole ancora bene. Giovanni Veronesi, (sceneggiatore e attore insieme al Nuti, adesso infine regista e per giunta pratese) era il presentatore "disinvolto" della serata, non appena ha iniziato a parlare ha creato subito quella atmosfera goliardica dove a ruota sono intervenuti gli altri personaggi della serata. Come primo ospite è intervenuto Ezio Greggio, dove tra gag e non poche battute ha parlato della sua carriera e di un incontro di qualche anno fà avuto personalmente con il Nuti quando già aveva problemi con la depressione. Giovanni Veronesi per l'occasione ha presentato suo fratello Sandro Veronesi, lo scrittore. Anche lui ha raccontato una serie di ricordi di gioventù che lo hanno legato al Nuti.
Edoardo Nesi, scrittore dell'"Età dell'Oro", pratese pure lui, ci ha raccontato delle sue collaborazioni col Nuti e di quando, un 5 luglio, dovette imbiancargli di neve P.zza S.Croce a Firenze durante la ripresa di un film. Riccardo Mariotti, cugino di Francesco nonchè scrittore di "Sarà per te" una delle più belle canzoni cantata dal Nuti a San Remo e riproposta anche da Mina. Matteo Becucci, vincitore di quest'anno di X-Factor ha cantato "Giulia". Ecco Giovanni Nuti, il fratello maggiore di Francesco, persona altamente eclettica, dottore, pittore, poeta, cantautore, ma sopratutto l'ideatore di tutte le colonne sonore dei film di suo fratello Francesco. Vi è stato un attimo di commozione quando ha raccontato che proprio il giorno stesso aveva chiesto al fratello se in occasione della serata doveva dire qualcosa al pubblico da parte sua. Francesco -racconta sua fratello -in un primo momento era contrariato, poi, con l'aiuto di uno stumento computerizzato (poichè non parla molto bene) ha detto: "Devi dirgli questa cosa: "io sto bene... e voi andate in pace..."
Di seguito ha cantato con la propria chitarra varie canzoni tra cui "primo ottobre", "Lovelornman", poi si sono uniti anche altri musicisti che hanno accompagnato Francesco durante la sua carriera. Per ultimo Alessandro Haber, attore con Nuti in "Willy Signori e vengo da lontano", racconta insieme a Veronesi una gaffe divertente fatta proprio la scorsa settimana al ritiro di un premio alla carriera all'OstaFilmFest.
Tutti insieme nel gran finale col pubblico cantando "puppapperaaaaa"......
Estratto da Wikipedia:
Francesco Nuti da settembre 2006 dopo un grave ematoma cranico dovuto ad una caduta , due mesi di coma, ha iniziato una lungo cammino di recupero, dal febbraio di questo anno è tornato a casa dalla sua famiglia a Prato, suo fratello ha dichiarato che ha iniziato a scrivere un libro di poesie che s'intitola Poesie raccolte. Intanto l'amico Giovanni Veronesi già collaboratore di molti suoi film, ha espresso la volontà di portare nelle scuole italiane i film di Francesco Nuti e di presentarli agli alunni con qualche personaggio importante: nel frattempo, la Cineteca Nazionale gli ha dedicato una retrospettiva alla Sala trevi di Roma.
Francesco Nuti da settembre 2006 dopo un grave ematoma cranico dovuto ad una caduta , due mesi di coma, ha iniziato una lungo cammino di recupero, dal febbraio di questo anno è tornato a casa dalla sua famiglia a Prato, suo fratello ha dichiarato che ha iniziato a scrivere un libro di poesie che s'intitola Poesie raccolte. Intanto l'amico Giovanni Veronesi già collaboratore di molti suoi film, ha espresso la volontà di portare nelle scuole italiane i film di Francesco Nuti e di presentarli agli alunni con qualche personaggio importante: nel frattempo, la Cineteca Nazionale gli ha dedicato una retrospettiva alla Sala trevi di Roma.
lunedì 15 giugno 2009
Children see. Children Do.
Bronze Lion 2007 al festival internazionale della pubblicità di Cannes.
Questo video si commenta da solo....
Questo video si commenta da solo....
Passo velocemente di qui con la paura di rimanere invischiata in qualcosa che non voglio fare o non voglio leggere.... no stasera no, e forse neanche domanisera.
Come mio solito fare, dopo qualche sera passata a fare le ore piccole davanti al computer, mi viene la nausea....devo dire "stop" e staccare un po' la spina....
Se non mi vedete molto a giro, pensatemi mentre stò leggendo un buon libro perchè è proprio quello di cui ho bisogno veramente...a presto...
Come mio solito fare, dopo qualche sera passata a fare le ore piccole davanti al computer, mi viene la nausea....devo dire "stop" e staccare un po' la spina....
Se non mi vedete molto a giro, pensatemi mentre stò leggendo un buon libro perchè è proprio quello di cui ho bisogno veramente...a presto...
venerdì 12 giugno 2009
Fine scuola...
E' arrivata la fine della scuola...che dire...sono nostalgica, ho voluto immortalare il grembiule che ci ha accompagnato per questi cinque anni.
Si chiude un bellissimo capitolo, se ne apre un altro.
Baci e abbracci con le maestre, un po' di magone, qualche lacrimuccia e via si riparte.....
A tutti i bimbi le maestre hanno regalato un piccolo quaderno rivestino con la classica carta da pacchi color beige, sopra scritto a matita, il nome del bambino, la data di oggi e "un quaderno per i tuoi pensieri più belli"....dentro una poesia in prima pagina:
Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle,
Baci e abbracci con le maestre, un po' di magone, qualche lacrimuccia e via si riparte.....
Si chiude un bellissimo capitolo, se ne apre un altro.
Baci e abbracci con le maestre, un po' di magone, qualche lacrimuccia e via si riparte.....
A tutti i bimbi le maestre hanno regalato un piccolo quaderno rivestino con la classica carta da pacchi color beige, sopra scritto a matita, il nome del bambino, la data di oggi e "un quaderno per i tuoi pensieri più belli"....dentro una poesia in prima pagina:
Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle,
ma sii la migliore piccola saggina sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio.
Se non puoi essere una via maestra sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.
Martin Luther King
Martin Luther King
Baci e abbracci con le maestre, un po' di magone, qualche lacrimuccia e via si riparte.....
mercoledì 10 giugno 2009
martedì 9 giugno 2009
La fiducia di base - Umberto Galimberti
..."nell'educazione della prima infanzia vedo padri e madri che promuovono un'educazione fisica e un'educazione intellettuale, ma non un'educazione emotiva, che è poi l'educazione dei sentimenti, delle emozioni, degli entusiasmi, delle paure. Tutte queste cose il bambino se le organizza da sé come può e soprattuto con gli strumenti che non ha.
Tra una palestra e un corso di nuoto perché bisogna crescere con un bel corpo, tra una spiegazione ora sbrigativa, ora articolata, ora un po´ imbrogliata perché bisogna diventare intelligenti, quanto passa tra genitori e figli di quella comunicazione indiretta per cui si sente nella pancia, prima che nella testa, che del padre e della madre ci si può fidare, perché li si avverte al nostro fianco nei primi movimenti un po´ impacciati della vita? Cura del corpo, cura dell´intelligenza, ma quanta cura dell´anima?
Qui gli adulti annaspano un po´. E veicolano l´amore attraverso le cose che in abbondanza acquistano per soddisfare quei desideri infantili che vanno a occupare il vuoto di comunicazione che già manifesta i suoi primi segni nella svogliatezza, nell´indolenza, nella pigrizia, nella ribellione e, nei casi più gravi anche se meno eclatanti, nella rassegnazione depressiva.
Quel che si può avvertire in questo periodo, caratterizzato da sovrabbondanza di stimoli esterni e carenza di comunicazione sono i primi segnali di quell'indifferenza emotiva, oggi sempre più diffusa nei giovani, per effetto della quale non si ha risonanza emozionale di fronte ai fatti a cui si assiste o ai gesti che si compiono.
E tutto ciò perché? Perché manca un'educazione emotiva: dapprima in famiglia, dove i giovanissimi trascorrono il loro tempo in quella tranquilla solitudine con le chiavi di casa in tasca e la televisione come baby-sitter, e poi a scuola quando, sotto gli occhi molto spesso appannati dei loro professori, ascoltano parole inincidenti che fanno riferimento a una cultura troppo lontana da ciò che la televisione ha loro offerto come base di reazione emozionale.
E così la loro sensibilità fragile, introversa e indolente che la scuola si guarda bene di educare, tracolla in quell'inerzia a cui li aveva allenati l'apprendimento passivo davanti al video e oggi davanti a internet, con frequenti fughe nel sogno o nel mito, nella ricerca neppure troppo spasmodica di un'identità, di cui troppo presto si dubita di poter reperire la fisionomia per incapacità di rintracciare radici emotive proprie.
Il tutto condito da un acritico consumismo, reso possibile da una società opulenta, dove le cose sono a disposizione prima ancora che sorga quell'emozione desiderante, che quindi non è sollecitata a conquistarle, e perciò le consuma con disinteresse e snobismo in modo individualistico, dove il pieno delle cose sta al posto del vuoto delle relazioni mancate.
"L'ospite inquietante" - Umberto Galimberti
Tra una palestra e un corso di nuoto perché bisogna crescere con un bel corpo, tra una spiegazione ora sbrigativa, ora articolata, ora un po´ imbrogliata perché bisogna diventare intelligenti, quanto passa tra genitori e figli di quella comunicazione indiretta per cui si sente nella pancia, prima che nella testa, che del padre e della madre ci si può fidare, perché li si avverte al nostro fianco nei primi movimenti un po´ impacciati della vita? Cura del corpo, cura dell´intelligenza, ma quanta cura dell´anima?
Qui gli adulti annaspano un po´. E veicolano l´amore attraverso le cose che in abbondanza acquistano per soddisfare quei desideri infantili che vanno a occupare il vuoto di comunicazione che già manifesta i suoi primi segni nella svogliatezza, nell´indolenza, nella pigrizia, nella ribellione e, nei casi più gravi anche se meno eclatanti, nella rassegnazione depressiva.
Quel che si può avvertire in questo periodo, caratterizzato da sovrabbondanza di stimoli esterni e carenza di comunicazione sono i primi segnali di quell'indifferenza emotiva, oggi sempre più diffusa nei giovani, per effetto della quale non si ha risonanza emozionale di fronte ai fatti a cui si assiste o ai gesti che si compiono.
E tutto ciò perché? Perché manca un'educazione emotiva: dapprima in famiglia, dove i giovanissimi trascorrono il loro tempo in quella tranquilla solitudine con le chiavi di casa in tasca e la televisione come baby-sitter, e poi a scuola quando, sotto gli occhi molto spesso appannati dei loro professori, ascoltano parole inincidenti che fanno riferimento a una cultura troppo lontana da ciò che la televisione ha loro offerto come base di reazione emozionale.
E così la loro sensibilità fragile, introversa e indolente che la scuola si guarda bene di educare, tracolla in quell'inerzia a cui li aveva allenati l'apprendimento passivo davanti al video e oggi davanti a internet, con frequenti fughe nel sogno o nel mito, nella ricerca neppure troppo spasmodica di un'identità, di cui troppo presto si dubita di poter reperire la fisionomia per incapacità di rintracciare radici emotive proprie.
Il tutto condito da un acritico consumismo, reso possibile da una società opulenta, dove le cose sono a disposizione prima ancora che sorga quell'emozione desiderante, che quindi non è sollecitata a conquistarle, e perciò le consuma con disinteresse e snobismo in modo individualistico, dove il pieno delle cose sta al posto del vuoto delle relazioni mancate.
"L'ospite inquietante" - Umberto Galimberti
domenica 7 giugno 2009
Una figlia come Hannah Montana...no grazie!
Premetto che non intendo dare lezione di moralismo, riporto una sequenza di pensieri sfarfugliati che mi passano per la testa ultimamente.
Non lo voglio vedere proprio perchè lo vedono tutti e cerco di fargli capire che si può vivere benissimo anche senza la De Filippi. E poi si deve andare a letto presto, 21.30-21.45, non transigo. Non perchè sono un maresciallo, ma perchè i bambini hanno bisogno di dormire e la mia in modo particolare.
Ierisera al tg, trasmettono un servizio sulla nazionale femminile di Ginnastica Ritmica, mi ricordo che un pò di tempo fà lei era rimasta affascinata da tutti quei nastri colorati che ondeggiavano per l'aria..."ma perché non provi qualche volta per vedere se ti piace?"....... :)
Giorni un po' pesanti, ogni genitore con figli a carico di questi tempi non vede l'ora di arrivare a fine giugno quando TUTTO sarà finito, la scuola, la danza, il calcio, il violino, le cene e i saggi di fine anno e così via.....
Finiremo di scorrazzare i nostri figli da una parte all'altra della città e finalmente apprezzeremo la gioia di vivere le cose con più lentezza. Peccato però che poi farà troppo caldo. Va bé.
Ma chi ce lo fà fare, mi domando ....com'è che è iniziato tutto questo ambaradam??? Fammi pensare....ah ecco, mia figlia ha quasi 8 anni e il pediatra mi consiglia di fargli fare sport per un piccolo problema di ginocchio valgo. La danza contemporanea è l'ideale perché si fanno esercizi a piede nudo e quindi si ottiene un rafforzamento ideale della muscolatura della gamba. Così ci siamo affacciate al mondo della danza più per necessità che per voglia di danzare. Passano gli anni, il primo, il secondo, il terzo anno, l'insegnante tutte le volte che mi incontra mi fà un sacco di complimenti per le attitudini alla danza di mia figlia...mah...a me troppi complimenti non mi sono mai piaciuti penso sempre ad un secondo fine. Però in effetti noto con piacere che mia figlia ci mette passione, mi dico.... bene, son soldi - e neanche pochi - spesi bene..... Peccato che poi la scuola si sposta un po' più lontano da casa nostra, e tutto diventa un po' più complicato da gestire. Però lei, la ballerina è contenta e quindi pazienza se poi farò un pò di fatica a conciliare il tutto e se la sera prima delle 20.30 non saremo in casa....
E poi....ogni tanto provo a dirgli "ma perché non proviamo a fare qualche altro sport?" ....ma poi la vedo veramente coinvolta, lei che balla in ogni momento della giornata anche a casa, a scuola nell'intervallo di scuola con le sue amiche.
Va bé, lasciamo fare...
Ai nostri tempi andavamo al cinema a vedere Grease, ricordo i ragazzi che imitavano Danny Zuko e noi che ci sentivamo un po' Sandy, però nella versione grintosa e "cattiva" in tutina aderente di lycra nera.....
Di questi tempi invece al cinema si và a vedere High School Musical uno - due e treeeee....... adesso ci si può immedesimare nella tenera Gabriella o nella perfida Sharpay, e che dire poi di Troy...
E come di rito, dopo ogni tormentone cinematografico, dopo un po' nelle cartolerie ecco che zaini, astucci, quaderni, penne...tutto ti ricordano che anche tu puoi far parte della banda di HSM e se non ti basta, giri l'angolo e.... puoi comprare il vestitino, il costumino, le mollettine per i capelli...cosa altro vuoi?
Non abbiamo bisogno di niente, grazie, odio qualsiasi oggetto che reclamizzi un film, un cartone, quello che vogliono gl'altri e non voglio io.
Con le amiche però è tutto un fermento, si imparano tra di loro a memoria le canzoni di tutti e tre i film ed hanno imparato la coreografie di diversi balletti. Tutti i giorni ad ogni intervallo, stesse musiche, stessi balletti.
...anche noi imitavamo Danny Zuko quando ballava " Greased Lightnin' " sul cofano della macchina....no?
...anche noi imitavamo Danny Zuko quando ballava " Greased Lightnin' " sul cofano della macchina....no?
Va bé, lasciamo fare...
"Mamma ma perchè non vediamo "Amici" come tutti?"Non lo voglio vedere proprio perchè lo vedono tutti e cerco di fargli capire che si può vivere benissimo anche senza la De Filippi. E poi si deve andare a letto presto, 21.30-21.45, non transigo. Non perchè sono un maresciallo, ma perchè i bambini hanno bisogno di dormire e la mia in modo particolare.
La finale di Amici, quella però l'abbiamo vista insieme. Le sue amiche a scuola parlavano così tanto di Angela, di Valerio & c. che ho ritenuto giusto farle vedere in prima persona di cosa parlavano le altre.
E poi, non è sempre semplice essere saldi a un principio, ogni tanto una vocina dentro di me si domanda se sono troppo rigida e cerco di capire se lei si sente un po' diversa dalle sue amiche.
La osservo, la studio, le faccio domande.....ma la vedo serena.
Mi basta e riprendo la mia strada.
Anzi la nostra strada perché affianco a me c'è mio marito, ovviamente.
Adesso in camera abbiamo il poster di Angela e il pomeriggio quando si può, ci vediamo Wanna Dance, gara spettacolo di mini-ballerini allo sbaraglio con relative coreografie da provare davanti allo schermo...e vai....
Nel frattempo la signorina Hannah Montana, normale adolescente di giorno ma pop star di notte, è arrivata anche sugli schermi di chi per scelta non ha la pay-tv, quindi anche lei adesso è entrata a casa mia.
A scuola per la cena di fine anno, grandi preparativi in fermento, ballano tutti, pure i maschi....
mia figlia sono mesi che a casa scrive a modo suo le coreografie, con le prese, contando le ottave ad ogni canzone....
Fino a qualche mese fà era sempre con me in cucina a tenermi compagnia, mi seguiva persino in bagno perché doveva parlare con me di tutto quello che succedeva a scuola....adesso sparisce...si chiude in camera, ha attaccato un cartello "bussare prima di entrare", apro la porta ed è lì che scrive la scaletta dei balletti di fine anno.
Certo sta crescendo, lo so, è normale che la camera adesso sia diventata come mai il suo rifugio.
Non è questo il punto, il distaccamento dai genitori ci deve essere, è fisiologico. ma non riesce a parlare altro che di musica, di danza, di prove, di sequenze....è diventata monotematica.
Ieri l'ho sorpresa con le cuffie del lettore mp3 negli orecchi, mentre faceva finta di cantare con il microfono in mano. E lei si guardava tutta convinta nel vetro della finestra.
Sembrava Hannah Montana.
Va bé lasciamo fare???....
Io non la vorrei proprio una figlia come Hannah Montana.
Non è per niente facile fare il genitore, specialmente quando ti accorgi che certi segnali infimi entrano di soppiatto in casa tua e non sai neanche come hai fatto a farli entrare, vogliamo "taggare" questi segnali? Parliamo di omologazione, di perdita di personalità? Parliamo infine di profitti a scapito dei più deboli? Ci sarebbe da dire mille cose.
Ma non voglio annoiarvi, non oggi.
Siamo noi che frastorniamo i ragazzi con una miriade di messaggi vuoti, siamo noi che gli educhiamo col nostro esempio.... poi un giorno ci arrabbieremo con loro perché pretenderanno di fare quello che abbiamo tacitamente acconsentito con i nostri comportamenti, senza battere ciglio.E poi, non è sempre semplice essere saldi a un principio, ogni tanto una vocina dentro di me si domanda se sono troppo rigida e cerco di capire se lei si sente un po' diversa dalle sue amiche.
La osservo, la studio, le faccio domande.....ma la vedo serena.
Mi basta e riprendo la mia strada.
Anzi la nostra strada perché affianco a me c'è mio marito, ovviamente.
Adesso in camera abbiamo il poster di Angela e il pomeriggio quando si può, ci vediamo Wanna Dance, gara spettacolo di mini-ballerini allo sbaraglio con relative coreografie da provare davanti allo schermo...e vai....
Nel frattempo la signorina Hannah Montana, normale adolescente di giorno ma pop star di notte, è arrivata anche sugli schermi di chi per scelta non ha la pay-tv, quindi anche lei adesso è entrata a casa mia.
A scuola per la cena di fine anno, grandi preparativi in fermento, ballano tutti, pure i maschi....
mia figlia sono mesi che a casa scrive a modo suo le coreografie, con le prese, contando le ottave ad ogni canzone....
Fino a qualche mese fà era sempre con me in cucina a tenermi compagnia, mi seguiva persino in bagno perché doveva parlare con me di tutto quello che succedeva a scuola....adesso sparisce...si chiude in camera, ha attaccato un cartello "bussare prima di entrare", apro la porta ed è lì che scrive la scaletta dei balletti di fine anno.
Certo sta crescendo, lo so, è normale che la camera adesso sia diventata come mai il suo rifugio.
Non è questo il punto, il distaccamento dai genitori ci deve essere, è fisiologico. ma non riesce a parlare altro che di musica, di danza, di prove, di sequenze....è diventata monotematica.
Ieri l'ho sorpresa con le cuffie del lettore mp3 negli orecchi, mentre faceva finta di cantare con il microfono in mano. E lei si guardava tutta convinta nel vetro della finestra.
Sembrava Hannah Montana.
Va bé lasciamo fare???....
Io non la vorrei proprio una figlia come Hannah Montana.
Non è per niente facile fare il genitore, specialmente quando ti accorgi che certi segnali infimi entrano di soppiatto in casa tua e non sai neanche come hai fatto a farli entrare, vogliamo "taggare" questi segnali? Parliamo di omologazione, di perdita di personalità? Parliamo infine di profitti a scapito dei più deboli? Ci sarebbe da dire mille cose.
Ma non voglio annoiarvi, non oggi.
Ierisera al tg, trasmettono un servizio sulla nazionale femminile di Ginnastica Ritmica, mi ricordo che un pò di tempo fà lei era rimasta affascinata da tutti quei nastri colorati che ondeggiavano per l'aria..."ma perché non provi qualche volta per vedere se ti piace?"....... :)
Foto web
sabato 6 giugno 2009
Maledetti Toscani - Curzio Malaparte
"Io son di Prato, m’accontento d’esser di Prato, e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo. E dico questo non perché son pratese, e voglia lisciar la bazza ai miei pratesi, ma perché penso che il solo difetto dei toscani sia quello di non esser tutti pratesi.
S’immagini quello che sarebbero stati un Dante, un Petrarca, un Boccaccio, un Donatello, un Arnolfo, un Brunelleschi, un Michelangelo, se invece di nascere qua e là, sparsi tutt’intorno a Prato, fossero nati a Prato: e quel che sarebbero Firenze, Pistoia, Pisa, Lucca, Siena, Arezzo, Livorno, se invece di crescere sparpagliate, come sobborghi tutt’in giro alle mura di Prato, fossero state costruite proprio dentro Prato! Sarebbe stato certo un bel guadagno per tutti: perché la storia di Prato sarebbe stata la storia d’Italia, mentre ora la storia d’Italia è la storia di Prato.
Non mi par giusto, perciò, che fiorentini e pistoiesi, non so se per gelosia o per prudenza, fingano di non conoscerci, e a chi domanda loro notizie dei pratesi fan le finte di non saperne nulla, di non averci mai sentiti nominare: “Prato? la mi riesce nova”, e intanto si dan nell’occhio, e cercano di sviare il discorso, parlando di quanto è bella Firenze, e di quanto è grande Pistoia: quando Firenze, per noi pratesi, non è altro che una Prato di fuor di Porta Fiorentina e Pistoia nemmeno esisterebbe se a Prato non ci fosse la Porta Pistoiese.
E mi fan ridere, quanti credono di offendere i pratesi dicendo che sono il popolo più becero che sia in Toscana, anzi in Italia. Come se becero fosse un ingiuria. Un becero è un becero: cioè un toscano allo stato di grazia. E i pratesi son beceri, quando son beceri, non per il fatto che lavoran gli stracci, [...], bensì per il fatto che dicono a voce alta in piazza quel che gli altri italiani tacciono o sussurrano fra quattro mura, in famiglia, e che non han paura di parlare come pensano, mentre gli altri italiani pensano come parlano, cioè biascicando i pensieri come biascicano le parole, e che non temono di “bociare” anche quando hanno torto, mentre gli altri italiani temono di vociare anche quando han ragione, e che, finalmente, son beceri ma pratesi, mentre gli altri italiani son beceri senza neppure il beneficio d’esser toscani, e pratesi."
Curzio Malaparte
...altri tempi, ma fino a trent'anni fà i pratesi erano così, qualcuno a dire il vero lo si trova ancora...
S’immagini quello che sarebbero stati un Dante, un Petrarca, un Boccaccio, un Donatello, un Arnolfo, un Brunelleschi, un Michelangelo, se invece di nascere qua e là, sparsi tutt’intorno a Prato, fossero nati a Prato: e quel che sarebbero Firenze, Pistoia, Pisa, Lucca, Siena, Arezzo, Livorno, se invece di crescere sparpagliate, come sobborghi tutt’in giro alle mura di Prato, fossero state costruite proprio dentro Prato! Sarebbe stato certo un bel guadagno per tutti: perché la storia di Prato sarebbe stata la storia d’Italia, mentre ora la storia d’Italia è la storia di Prato.
Non mi par giusto, perciò, che fiorentini e pistoiesi, non so se per gelosia o per prudenza, fingano di non conoscerci, e a chi domanda loro notizie dei pratesi fan le finte di non saperne nulla, di non averci mai sentiti nominare: “Prato? la mi riesce nova”, e intanto si dan nell’occhio, e cercano di sviare il discorso, parlando di quanto è bella Firenze, e di quanto è grande Pistoia: quando Firenze, per noi pratesi, non è altro che una Prato di fuor di Porta Fiorentina e Pistoia nemmeno esisterebbe se a Prato non ci fosse la Porta Pistoiese.
E mi fan ridere, quanti credono di offendere i pratesi dicendo che sono il popolo più becero che sia in Toscana, anzi in Italia. Come se becero fosse un ingiuria. Un becero è un becero: cioè un toscano allo stato di grazia. E i pratesi son beceri, quando son beceri, non per il fatto che lavoran gli stracci, [...], bensì per il fatto che dicono a voce alta in piazza quel che gli altri italiani tacciono o sussurrano fra quattro mura, in famiglia, e che non han paura di parlare come pensano, mentre gli altri italiani pensano come parlano, cioè biascicando i pensieri come biascicano le parole, e che non temono di “bociare” anche quando hanno torto, mentre gli altri italiani temono di vociare anche quando han ragione, e che, finalmente, son beceri ma pratesi, mentre gli altri italiani son beceri senza neppure il beneficio d’esser toscani, e pratesi."
Curzio Malaparte
...altri tempi, ma fino a trent'anni fà i pratesi erano così, qualcuno a dire il vero lo si trova ancora...
Foto web
giovedì 4 giugno 2009
Google fà i capricci
Probabilmente avrete avuto lo stesso mio problema, ho già richiesto assistenza da diversi giorni, ma non riesco a venirne a capo.
Spesso non riesco ad accedere alla pagina dei commenti, non funziona correttamente neanche la posta di gmail.
Seguendo i consigli del forum ho rimosso il widget dei "Lettori Fissi" ma la situazione non è cambiata.
Da quello che mi risulta, i problemi nascono navigando con Internet Explorer, non con Firefox.
Non è una problema di computer, svuoto sempre la cache, non riesco a capire cosa devo fare.
Pazientiamo ancora un po'....
martedì 2 giugno 2009
Festa Nazionale della Repubblica - 2 giugno
"..L’Italia si è ritrovata unita di fronte alla drammatica emergenza del terremoto. E si è, negli ultimi mesi, ritrovata unita nel celebrare il 25 aprile, giorno della Liberazione dal nazifascismo, del ritorno alla pace, alla libertà e all’indipendenza; si è ritrovata unita nel rendere omaggio alle vittime del terrorismo, delle stragi, della violenza politica di ogni colore; si è ritrovata unita nel ricordare con gratitudine gli eroici magistrati e appartenenti alle forze di polizia caduti nella lotta contro la mafia.
Sono stati altrettanti segni di unità del paese attorno a valori di democrazia e di solidarietà propri della nostra Costituzione.
Segni di unità tanto più importanti quanto più sono aspre le contrapposizioni politiche e istituzionali, soprattutto in periodo elettorale.
...E specie per prendere finalmente la strada delle riforme necessarie al paese e al suo sviluppo c’è bisogno di più coesione sociale e nazionale: nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali; nel libero e civile confronto tra le diverse opinioni.
Sono convinto che sia questo un auspicio diffuso tra gli italiani.
Di certo è il mio augurio nell’interesse della Repubblica che oggi festeggiamo perché dal 2 giugno del 1946 con essa si identifica la nostra Patria."
mi ritrovo in mezzo ai festeggiamenti della Festa della Repubblica...
Sono stati altrettanti segni di unità del paese attorno a valori di democrazia e di solidarietà propri della nostra Costituzione.
Segni di unità tanto più importanti quanto più sono aspre le contrapposizioni politiche e istituzionali, soprattutto in periodo elettorale.
...E specie per prendere finalmente la strada delle riforme necessarie al paese e al suo sviluppo c’è bisogno di più coesione sociale e nazionale: nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali; nel libero e civile confronto tra le diverse opinioni.
Sono convinto che sia questo un auspicio diffuso tra gli italiani.
Di certo è il mio augurio nell’interesse della Repubblica che oggi festeggiamo perché dal 2 giugno del 1946 con essa si identifica la nostra Patria."
ma quando sento l' Inno d'Italia mi emoziono,
sia quando un'atleta italiano sale sul podio, sia quando come oggi,mi ritrovo in mezzo ai festeggiamenti della Festa della Repubblica...