Difatti quelle che vorrebbero uscire fuori, ma non trovano mai la strada, non sono parole, ma immagini, un'accozzaglia di sensazioni, di colori, di intenzioni, di speranze e anche di delusioni.
E allora ho deciso che scriverò quello che sento e che non riesco a comunicare.
Di certo come faccio a comunicare dopo esser stata messa a tacere con la forza per così tanto tempo.
E i pensieri non sono più quelli di quasi quattro anni fa, per sopravvivere ho dovuto farmi piccola, rassegnarmi ingoiando ogni emozione che nasceva di fronte ad ogni nuovo evento.
Ho dovuto imparare a tacere di fronte ad una guerra, come si fa a salvarsi nel silenzio ancora non l'ho capito, ma questo era l'unico tentativo per vedere di arrivare in fondo in qualche modo, per poter salvare anche gli altri. Adesso mi sembra di aver scalato una montagna, ho la sensazione di essere quasi in vetta. Il vento mi soffia freddo in faccia, il corpo non risponde quasi più ai miei comandi, ma sono qui in alto, e vedo tutto sotto di me e non penso proprio più a niente, solamente a godermi il paesaggio.
Ho lasciato tutto dietro di me, ho fatto quello che potevo, forse potevo dare di più ma la stanchezza ha fatto molto la sua parte anche se nessuno se ne è accorto poi alla fine. Mi preoccupa il ritorno, non so come farò ad organizzarmi per la discesa, mi consola il fatto che forse qualcuno inizierà a capire quello che è successo, ma gli amici son rimasti veramente in pochi, la selezione si può dire che è stata "naturale", forse è un bene adesso aver riconosciuto chi ha osato credere nella mia persona, perché ci credeva anche prima e non ha cercato di cambiarmi, semmai ha cercato di farmi sorridere quando c'era la possibilità. Di certo non avrò tempo per i giudizi, li lascerò agli altri, come ho sempre fatto del resto. Desidero un futuro fatto di persone che non cercheranno in me solamente la convenienza, non porterò rancore per le vecchie conoscenze, è logico che con molta probabilità le strade si divideranno, ma ho voglia di trasparenza, di occhiate di quelle che ci si capisce al volo con poche parole, di gente sveglia che sa anche ascoltare i silenzi, che sa riconoscere un tramonto genuino da uno farlocco.
Rattristata per i dispiaceri che con molta probabilità arriveranno, ma anche rassegnata, perché nessuno ha accettato di ascoltare l'ovvio, potevamo insieme forse tutelarci un po' di più, ho cercato di farlo capire, delicatamente, tra le righe, ma ho sempre trovato sbarramenti ovunque andassi.
Spero di poter raccontare un giorno la mia storia, anche se sono molto scettica sulle mie potenzialità narrative e sopratutto sulla mia memoria, in ogni modo ci proverò, solamente per un atto di giustizia che devo nei confronti della mia famiglia. Non vorrei essere nei panni di diverse persone, sopratutto quelle che in tutti questi decenni si sono spesso ubriacate nei giudizi facili e nei commenti da due soldi e due lire. No grazie, non voglio neanche esserci, quando tutti questi individui, saranno messi di fronte all'evidenza dei vari avvenimenti che hanno danneggiato tante famiglie, e tra di queste direi anche la mia. Forse qualcuno è rimasto ancora fuori li ad aspettare il Giudizio Finale? Pensava magari che fosse solamente un racconto e di essere esente dalle grandi prove, che la lista dei buoni e dei cattivi fosse solamente una balla? Il Gudizio Finale è adesso, è la vita che stiamo vivendo, e la sottile differenza che ci renderà buoni e cattivi sarà proprio tra quelli che avranno scelto le loro comodità, quelli che invece si sono arresi e hanno preso le varie scorciatoie, e quelli che infine nonostante tutto avranno continuato a combattere per pretendere un mondo migliore.
Amen.