
Non riesco a prendere sonno.
Sarà perché ho visto stasera un film che parlava di vita e di morte, mi sono ritrovata così nel mio letto con la testa piena di pensieri, ed ora sono qui cercando un modo per svuotarmi la mente.
Saranno state le solite lacrime di un finale un pò insolito e drammatico, certo... è lì che ho iniziato a pensare alla morte, poi prima di avviarmi verso la camera da letto, mi sono ritrovata davanti il quadro di mio padre.
L'ho osservato nei dettagli un po' più del solito, mio padre non è un pittore, ha iniziato a dipingere da qualche anno, precisamente da quando è andato in pensione. Non sarà il massimo dell'espressione pittorica ma a me piace perchè rappresenta il mare ed è pieno del colore che preferisco al momento in assoluto, l'azzurro.
Lo so che questo quadro lo ha dipinto per me, per far si che un giorno mi ricorderò in maniera speciale di lui, ormai sò cosa pensa nella sua testa.
E' forse questo che mi ha rattristita.
Anzi a dire il vento ultimamente penso spesso ai miei genitori e una sottile ansia mi pervade pensando a come sarà l'ultimo periodo della loro vita.
Li vedo tristi chiusi nei loro pensieri, chiusi alla vita. E il loro peso a volte diventa anche il mio, è come se avessi una zavorra al posto del cuore.
Da qui partono una serie di mie considerazioni, ovviamente fatte sulla mia esperienza personale.
Mi domando cosa è che determina la felicità di un anziano e perché spesso l'amore dei cari non riesce a colmare quel vuoto interiore.
Veramente beffardo il fatto che dopo una vita piena di sacrifici, non si riesce più ad apprezzare il tempo che finalmente trascorre lento e nonostante le buoni intenzioni di dedicarsi finalmente a quello che non siamo riusciti a fare per una vita intera, dopo un po' ci si arena e ci si lascia affondare nella depressione più buia.
Penso, che forse per prepararci ad una buona vecchiaia dovremmo iniziare a lavorarci sopra un bel po' di tempo prima.
Un uomo non può agire e pensare per tutta la vita in un modo e arrivare al primo giorno di pensione pensando di fare cose che non ha mai assolutamente fatto.
Non si può pretendere di riinventare un modo di vivere che non corrisponde al nostro di sempre, di indossare un vestito che non fà parte del nostro modo di essere.
Ognuno di noi ha diritto ad avere un proprio spazio per i propri sogni e desideri e quando un uomo si lascia alle spalle una vita dove ha sempre tirato dritto veloce, non dedicandosi mai per distrazione o per scelta obbligata, a qualche genere di passione "spirituale", credo che difficilmente quando avrà assolto ogni impegno con la società, si dedicherà a qualcosa che lo farà sentire ancora protagonista attivo della propria vita.
Da sottolineare che spesso capita di non sentirci protagonisti della nostra vita in gioventù, figuriamoci poi come ci sentiremo nella tarda età.
Qualcuno di voi si domanderà cosa intendo per "passione spirituale". Tutto quello che che ci fà sentire come dei bambini e fà bene all'animo, non deve per forza essere leggere, meditare, pregare. E' quello che ci svuota la mente dai pensieri, per me può essere ascoltare musica, cantare, fotografare, disegnare, scrivere, stare in mezzo alla natura, passare il tempo con amici, per voi non sò....
Un uomo pessimista che non sia riuscito a captare il vero senso della vita, ad apprezzare ciò che gli stà intorno - cominciando da se stesso - come può affrontare l'ultima fase della propria esistenza in modo sereno.
Un uomo che ha sempre pensato in prima cosa al proprio individualismo, che non si è mai fatto carico più di tanto delle pene altrui, probabilmente tenderà a chiudersi ancora di più in se stesso, nelle proprie ottusità e nei propri egoismi, non avendo mai imparato a condividere con il prossimo gioie e dolori.
Rileggo quanto sopra, sto dicendo un sacco di parole vuote, nella vita chi è che non ha avuto un sacco di buoni propositi, è facile generalizzare e puntare il dito da parte mia e dire che gli altri non sono stati capaci di curare il proprio spirito e tutelarsi il futuro in qualche modo.
Mi guardo allo specchio e penso a quanto sia facile trascurare la nostra anima, di quanto siamo abituati a correre senza una meta ben precisa, nascondendo ai nostri occhi l'essenziale, il vero senso della vita.
Abituati a correre talmente velocemente da non riuscire più a focalizzare quello che abbiamo intorno, perdendoci il meglio.
Oppure andare talmente a rilento anestetizzandoci, rifiutando di vivere una vita a pieni polmoni con le proprie responsabilità, nascondendoci dietro un computer, andando agli estremi anche dietro una bottiglia, o magari un po' di droga... facendo finta di essere quello che non riusciamo ad essere nel reale, anche qui...ci perdiamo il meglio.
Forse, senza volerlo e a scapito loro, i genitori insegnano ancora una volta volta qualcosa. In qualche modo riusciamo a fare luce e vedere...quello che non vogliamo diventare...ma che forse inevitabilmente siamo già....